Le avventure di Holdy – Ep. 2

Fa freddo, il vento le scompiglia le piume e Holdy cerca riparo sotto una panchina rossa, che sta là proprio di fronte all’ingresso della Casa dei libri.
Sulla panchina c’è un cartello che avverte di non sedersi e che ogni giorno è il 25 novembre. Holdy, che è un’anitra riflessiva e curiosa, nonché uno spirito libero, si chiede come sia possibile che gli abitanti della Casa non conoscano il calendario e ancor di più che non sappiano che le panchine sono fatte per accomodarsi quando si è stanchi. Mah…
Ben presto i morsi della fame si fanno sentire, non è avvezza a lamentarsi però qualche biscotto cereali e frutti rossi se lo sbaferebbe molto volentieri.
Ecco, finalmente un tipo alto, senza piume in testa, apre la porta ed entra in Casa. È un attimo, Holdy sfreccia tra uno scatolone di libri ancora da sistemare e una pianta verde che sonnecchia beata. Strano posto…
Ci sono alcune anitre, e una bella signora che la occhieggia: che sia un dipinto, uno di quelli di cui ha tanto sentito parlare da Ugo, il suo amico newyorkese appassionato di poesia?

Intanto il tipo ha acceso le luci, il riscaldamento (che meraviglia!) e il computer; poi va verso il fondo della stanza e ne riemerge con uno strano aggeggio da cui versa acqua alle piante. Oltre all’insonnolita ce ne sono, ne conta Holdy, almeno tre o quattro disseminate a suo avviso in luoghi strategici.
Simulando aggraziata indifferenza, esplora il primo ufficio, quello del tipo spiumato. Ci sarebbe una poltrona che a prima vista pare comodissima… e lì accanto tante buste, grandi e panciute. A che serviranno? Che ci sarà dentro? Il tipo le sta aprendo, Holdy con nonchalance (ma non è proprio sicura che il tipo non l’abbia notata perché lo ha visto lanciare un sorriso nella sua direzione) allunga la testa per sbirciare meglio.
Fogli! Tanti, tantissimi fogli tutti scritti!
Ehi, dove li porti? Perché te ne vai? Lasciali qui! vorrebbe dire allo spiumato, ma quello senza né a né ba li deposita sulla scrivania che sta poco oltre le anitre.
Holdy, che ormai ha fiutato la pista, non molla, plana su uno scaffale dove fa bella mostra di sé un gufo, gli fa un saluto di cortesia tanto per non sembrare maleducata e, dopo essersi data una spinta con le ali, paffete atterra su una poltroncina morbida morbida. I fogli sono vicinissimi…
Quand’ecco che una tipa, piumata in testa, fa il suo ingresso. Holdy si mimetizza fra penne, evidenziatori, blocchetti di appunti e cartelline: oh, anche qui quanti fogli! Eppure… sono diversi. Holdy lo avverte istintivamente e non si lascia distrarre.

La piumata, intanto, comincia a parlare con il suo computer – Holdy è perplessa. Strana la tipa, e per favore qualcuno le dica che esistono anche altri colori oltre al nero! pensa.
Ci siamo! La piumata si appoggia allo schienale della poltrona, legge i fogli, prende appunti su un bel quadernetto e continua a parlare tra sé. Anzi, legge! Legge a voce alta e commenta pure. Ridacchia persino. Caspita, a volte si commuove. E anche Holdy si commuove sentendo alcune di quelle storie.
Nel frattempo, la piumata tira fuori da un cassetto alcuni biscotti al cioccolato e ne allunga uno verso Holdy.

Sono in paradiso! pensa la giovane anitra. Chissà come schiatterà di invidia Ugo, quando gli racconterò le mie avventure nella Casa dei libri!

S04E23 Podcast Vitamina L: Jolanta Maria Czarnomorska e “La luna delle bacche mature”

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Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni
Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo.
L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.

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Le avventure di Holdy – Ep. 1

C’era una volta un’anatra.

Piccola piccola, infreddolita, con le piume verdi sul capo intirizzite dal gelo. Per riscaldarsi il becco e le zampe, come è solita fare, le mette al riparo sotto l’ala. Ma quest’anno il freddo persistente la costringe a trovare rifugio altrove, almeno fino a primavera, in luoghi più miti e protetti da neve e ghiaccio. Ma dove?

“Io abito a New York, e pensavo al laghetto di Central Park, vicino a Central Park South. Chi sa se quando arrivavo a casa l’avrei trovato gelato, mi domandavo, e se era gelato, dove andavano le anitre? Chi sa dove andavano le anitre quando il laghetto era tutto gelato e col ghiaccio sopra. Chi sa se qualcuno andava a prenderle con un camion per portarle allo zoo o vattelapesca dove. O se volavano via.”

Il giovane Holden, Einaudi, trad. Adriana Motti, cap. II, p. 16

La piccoletta, che chiameremo Holdy, ha sempre amato avvicinarsi alle persone sedute sulle panchine in riva al lago, per mendicare qualche pezzo di pane e per ammirare i colori di quegli oggetti che quelle stesse persone tengono in mano, così assorte e attente che a volte sembrano sognare a occhi aperti. Ha saputo che quegli oggetti si chiamano “libri” e nel mondo ce ne sono a miliardi e tutti gli umani spendono soldi per comprarli, invece che comprare a lei una piccola brioche per fare colazione con le amiche.

Così Holdy decide di volare fino a Viareggio, una cittadina italiana sul mare, dove avrebbe potuto sguazzare in acque più tiepide, e a febbraio ammirare i colori del Carnevale. Lei adora i colori, si innamora sempre delle anatre dal piumaggio sgargiante e appariscente. Là trova rifugio in un parco, molto piccolo, ma così carino che le ricorda quello dove sua mamma l’ha portata a imparare a volare. Si trova in via Ciabattini, così si chiama quella strada. Un giorno decide di avventurarsi in giro finché, alzando il becco al cielo, vede qualcosa di familiare.

Qualcuno ha messo un’anatra rossa ad ali spiegate in cima a un palo, accanto a delle linee per lei incomprensibili ma che sa, dai suoi trascorsi al laghetto, che sono lettere, e le lettere formano parole e gli umani scrivono tante parole nei libri colorati.

Così Holdy, avvicinandosi a quell’anatra rossa, sempre col becco in alto e rischiando di sbattere contro qualcosa, si ritrova davanti a una casa, o forse lì lo chiamano ufficio, a scrutare attraverso un vetro un posto con tanti libri, altre anatre che volano, dei computer, penne, fogli e oggetti curiosi. Grazie a un uomo vestito di giallo con tanti pacchi in mano, scopre di essere di fronte al luogo magico dove nascono i libri, che si chiama Giovane Holden Edizioni.

Ma cosa succede all’interno di quel posto straordinario? Come fanno a trasformare tutte quelle linee, quelle parole in libri?

(lo scopriremo il prossimo episodio…)