Giuseppe Vallerini: Una fervida immaginazione, impreziosita con una punta d’incanto

dalla redazione di Freetimesonia – A cura di Sonia Dado

“Il vento e il suo campione” è un libro da leggere con analitica attenzione, perché pregno di significati, di simboli e di arcani. Sono tanti gli elementi, che si oppongono e si contrappongono intrecciandosi alla fine, elementi che non devono mai sfuggire agli occhi dell’attento lettore. È innegabile, infatti, che il racconto che anima il romanzo/favola, sia incastonato tra ilarità e drammaticità e allo stesso tempo sia portavoce dello scontro-fusione tra bene e male.

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Prendere coscienza della propria identità senza scendere a patti con gli altri

dalla redazione di Ale_lovebooks

Il romanzo ha la conformazione di un diario destrutturato in quanto ci sono molti pensieri e riflessioni della protagonista accompagnate da delle descrizioni, abbastanza dettagliate, di paesaggi, personaggi e quant’altro.
La nostra protagonista, infatti, come si farebbe se si scrivesse un diario, non ha filtri, ci confida quelli che sono i suoi pensieri facendo scalo tra passato e presente, tra quello che vorrebbe fare e dire e quello che effettivamente fa.
La protagonista e voce narrante è Tita, una ragazza che decide di fare un viaggio in Thailandia nel quale sarà accompagnata da Luisa, un personaggio che capirete essere la sua versione opposta.

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“Il Vento e il suo Campione”: una favola moderna dove i desideri di avverano

dalla redazione di Librinellaria.org – A cura di Laura Salvadori

Immaginatevi di leggere una favola moderna, in cui i desideri si avverano.
Immaginatevi un rospo che si trasforma in Principe o una Principessa che si innamora di un povero mendicante. Un malato che guarisce, un profugo che viene accolto.
E pensate cosa deve provare, un lettore ignaro, a trovare tutti questi piccoli miracoli in un romanzo che non arriva alle 200 pagine.
Ora provate a chiudere gli occhi e a mescolare queste storie e i loro protagonisti. Il risultato che otterrete sarà sorprendente, pieno di intensa poesia, di passione, di inaspettata fiducia verso il destino, che a volte non è poi così ingrato, ma capace, invece, di mettere ogni tassello al posto giusto e di consentire ad un uomo di compiere un piccolo miracolo di redenzione.

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“Le armi dei vinti”: Le storie di due dei più leggendari guerrieri della letteratura

dalla redazione di Critturaviva.it – A cura di Enza Salpietro

Condensa in sé la rigorosa ricerca dei romanzi storici, l’adrenalina dei racconti di avventura e la suspence dei gialli. E’ uscito nelle scorse settimane per la casa editrice Giovane Holden “Le armi dei vinti”, il nuovo romanzo di Stefano Motta, scrittore brianzolo, noto nel Meratese per aver ricoperto fino al dicembre 2019 la carica di preside del Collegio Villoresi. “Non è il mio ultimo libro visto che la stesura risale a quattro anni fa – racconta Motta, che negli ultimi due anni ha dato alle stampe LaleDi vento forte. Cercando un legno nella foresta ferita dalla tempesta Vaia e Latte e Ghiaccio – . Diciamo che rispetto ad altri lavori, questo aveva bisogno di sedimentare. Le sue pagine raccontano la storia intrecciata di tre “vinti”, che attraverso la sconfitta sono divenuti eroi”.

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“Briciole” di Elena Marrassini: Come petali che si lasciano cadere…

dalla redazione di Critturaviva.it – A cura di Enza Salpietro

Come petali che si lasciano cadere, staccandosi dal calice del fiore e frantumandone la corolla, così i protagonisti di questi racconti affidano alla scrittura le loro sofferenze, le loro incertezze, la loro fragilità. Un mondo di delusioni con le quali la vita spesso li ha colti di sorpresa, incrinandone le certezze esistenziali. Ma questi personaggi ci raccontano anche del loro coraggio, del modo in cui riescono a trovare una via d’uscita dalla disperazione, dall’incertezza, dalla rabbia, dimostrando la grande dignità con cui nonostante tutto affrontano la realtà e riprendono le redini della loro vita. Sono questi i temi principali dei dieci racconti brevi di “Briciole”, un particolarissimo libro della scrittrice toscana Elena Marrassini.

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Uno zibaldone di storie in cui si muovono uomini e donne in bilico su un sottile filo di amarezza

dalla redazione di Librierecensioni.com

“Gocce di Vino su Fogli Bianchi” di Andrea Calugi è uno zibaldone di storie in cui si muovono uomini e donne (poche e viste attraverso un’ottica puramente maschile) tutti in bilico su un sottile filo di amarezza. Sono narrazioni prive di eroi, di medaglie al vincitore, ma anche così ricche di aneliti, di sogni, di slanci verso un “oltre” non ben identificato, verso mondi differenti, o forse solo verso un’opportunità. E per quanto ci sia questo slancio, tremendamente forte in alcuni casi, l’obiettivo finale si ammanta di una patina evanescente, sfumata, divenendo inafferrabile.
Non manca mai una continua analisi (auto-analisi sembrerebbe il più delle volte) dell’animo umano che conduce all’arrendersi, o al raggiungimento della consapevolezza di aver rinunciato, a sognare o a combattere. Perché il mondo, il loro piccolo-grande mondo, è crudele, non aiuta. Tutti i personaggi si muovono su terreni scoscesi o friabili. Ci sono vizi che imprigionano. Ci sono persone destinate sempre a zoppicare per dover trasportare, giorno dopo giorno, fardelli ingombranti non smaltibili e, ognuno a modo suo, fa i conti con il pensiero della morte, e con quello che verrà dopo.

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