
a cura di Martina Benedetti
Dopo aver letto Il Vento e il suo campione, scritto da Giuseppe Vallerini, mi sono ritrovata in sentieri di profonde riflessioni, quelle che i buoni libri ti portano a percorrere.
L’uomo, durante la vita terrena, è spesso ossessionato dal ciò che potrebbe avere piuttosto che godere appieno di quello che ha. Il senso di insoddisfazione perenne è un’ombra che ricopre le vite di molte persone ma alla domanda: che cos’è che vorresti cambiare veramente? Molti esitano a rispondere oppure elencano un ‘copia incolla’ delle vite di chi ci viene mostrato come modello vincente dai media e dalla società da cui siamo, profondamente e spesso inconsciamente, condizionati. Soldi, macchine costose, fama, attici di lusso. Il profilo del vincente.
Essere ciò che agli occhi della maggior parte delle persone piace è scontato porti automaticamente al raggiungimento della vera felicità?
L’ammirazione, da parte di molti, può sostituirsi al vuoto lasciato dal vero amore?
William Walsh, protagonista del romanzo, riesce a dare una risposta a queste due domande.
“…alla fine è quello che scegliamo che ci identifica. Ed io scelsi l’amore di una donna e l’amicizia di un vecchio amico. Tutto qua.”
La frase finale, a mio parere, sottolinea un concetto fondamentale; noi non siamo prigionieri del destino. Possiamo decidere di cambiarlo o di accettarlo passivamente ma entrambe sono scelte che dipendono dalle nostre azioni. William si è reso conto di amare la sua esistenza dopo aver vissuto la ‘vita del vincente’, una realtà mai veramente appartenutagli.
Vi siete mai trovati, sotto le coltri del letto prima di addormentarvi o guardando fuori dal finestrino di un treno che sfreccia, a porvi la domanda: che cosa sarebbe potuto succedere se…? Qualcuno se lo chiede per semplice curiosità altri perché sono, o credono di essere, insoddisfatti della propria vita. Tanti, ai giorni nostri, i William Walsh che attendono, in una sorta di limbo, che qualcosa possa cambiare e mettono in stand by la propria esistenza spesso dimenticandosi di vivere realmente.
Se per un motivo misterioso o grazie ad un oggetto magico vi trovaste nell’universo parallelo delle vostre fantasie; chi sareste? che cosa fareste? Interrogativi che mi sono posta leggendo le pagine di, Il Vento e il suo campione ed immergendomi nelle vite dei protagonisti. I libri, dopotutto, non sono forse gli strumenti che più di tutti ci permettono di viaggiare in altre realtà senza bisogno di oggetti magici o di salti dentro buchi neri?
Lettura consigliata dove, alla fine, si comprende quanto la vita assuma il valore che noi stessi decidiamo di darle.
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