La maschera del diavolo

di Gabriele Panigada

Quando una maschera può dirci chi siamo. Proprio così, e non per cavalcare l’onda turbolenta del Carnevale, né per seguire mode o teorie che fanno dell’essere umano mille o nessun personaggio, un animale da guerra pronto a indossare ogni viso e sorriso pur di sopravvivere al mondo e farsi beffe del prossimo. I più smaliziati potranno confermare la banalità di queste parole: persona vuol dire ’maschera’, una qualunque; così ci hanno insegnato a scuola e tali noi siamo, una folla di maschere colorate. Come potremmo negarlo?
Ma chi ha ormai preso confidenza con una ’ignota’ rivista, sa che non possiamo fermarci qui. Non noi che vogliamo essere persone pienamente consapevoli di se stesse. Persone, dall’etrusco phersuna, ovvero ’appartenente a Phersu’. Questa è bella! Siamo grandi, vaccinati e indipendenti, e adesso scopriamo di appartenere tutti a un certo Phersu… e chi sarà mai?

Continua a leggere

Sarai mondo se monderai lo mondo!

Vittorio Gassman ne “L’armata Brancaleone”

Dopo il frastuono delle inutili polemiche e quel poco di commosso silenzio che ogni partenza impone, ci piace ricordare una delle opere più brillanti di Mario Monicelli, quella che lui stesso ha dichiarato di amare di più, una metafora universale e dunque capace di rivelarci qualcosa ancora oggi, dopo più di trent’anni dalla sua creazione.
E allora aspettiamo l’arrivo del trotto sgangherato di Brancaleone da Norcia, e del suo manipolo di sbandati in cerca di fama, soldo e donzelle. Ma soprattutto della sua favella singolare, quell’impasto di latino e italiano a reinventarsi un Medioevo allo sbaraglio, ma anche un’altra dimensione, una prospettiva in cui la vita è un congegno imprevedibile e incomunicabile contro il quale sbattiamo di continuo il muso, esseri tragicomici lanciati all’assalto del mondo.

Continua a leggere

Tienici per mano piccola Dorrit

di Julia Ormond

Hereafter è una pellicola in cui la macchina da presa del regista sceglie di avventurarsi nell’aldilà, senza mai smarrirsi conducendo lo spettatore in un viaggio che si snoda verso la luce.
Marie Lelay è una giornalista francese sopravvissuta alla morte e allo tsunami. Rientrata a Parigi continua a interrogarsi sulla sua esperienza. Marcus è un fanciullo inglese sopravvissuto al fratello gemello investito da un’auto. Smarrito e ’spaiato’ cerca ostinatamente ma invano di entrare in contatto con Jason, di cui indossa il cappellino e conserva ogni cosa.
George Lonegan è un operaio americano in grado di vedere al di là della vita.
Deciso a ripudiare quel dono maledetto e a conquistarsi un’esistenza finalmente normale, George ’ascolta’ i romanzi di Dickens e frequenta un corso di cucina italiana.
Vicende parallele accostate con delicatezza e decisione insieme, dando a ogni personaggio e al mondo in cui vive il tempo di crescere, acquistare peso, impiantarsi nella nostra immaginazione. Fino a corrodere lentamente lo scetticismo iniziale. Vicende destinate, inevitabilmente, a intrecciarsi. Ma ciò avviene solo a minutaggio avanzato non a caso nella Londra di Dorrit, davanti a Derek Jacoby, il grande attore inglese che registra i romanzi di Dickens.

Continua a leggere

Musica per i piedi, per il cuore, per la testa

Glen, Danny e Mark

Tutto ebbe inizio nel quartiere di James Street a Dublino, nei pressi della fabbrica di birra della Guinness. Danny e Mark si conoscono nei primi anni dell’adolescenza. Li unisce la comune ossessione per la musica e in particolare l’amore per la black music americana.
I loro primi passi musicali avvengono ‘dietro le quinte’, realizzando demo per altri artisti, ma quando incontrano il batterista Glen, anche lui di Dublino, la loro storia prende un nuovo corso. E il progetto The Script va in produzione. Tra difficoltà professionali e personali, il trio irlandese si impone all’attenzione dei critici e del grande pubblico. La musica dei The Script può vantare quel tipo di ingegnosi espedienti artistici in grado di stravolgere qualsiasi pregiudizio. Un tipo di soul celtico assolutamente nuovo, che riesce a combinare in modo suggestivo il flusso lirico tipico dell’hip hop con la musicalità del pop, la produzione R’n’B d’avanguardia con genuine dinamiche rock, la costruzione classica della canzone con l’esposizione realistica del nostro tempo. Possiede tutto il sentimento e la passione che ci si potrebbe aspettare di trovare sull’altra costa del mare irlandese, ma risplende di una modernità autentica, universale nei ritmi sincopati. Musica per i piedi, per il cuore e per la testa.

Continua a leggere