“Quel dolce nome” di Mario Schiani: una scrittura che ha l’eco della letteratura antica

dalla redazione di Satisfiction.eu – A cura di Gianpaolo Serino

Una scrittura che ha l’eco della letteratura antica, aulica ma non leziosa; un romanzo che ha il Diavolo come protagonista in uno dei rarissimi casi nel quale non è l’orrore a spaventarci – non si tratta di un thriller metafisico – perché all’orrore ci siamo abituati sminuendolo cambiando una vocale pur di trasformarlo in un errore. Una illusione che è diventato il nostro pane quotidiano e che Mario Schiani ci racconta nel romanzo Quel dolce nome (edito dalla piccola quanto eccellente nuova casa editrice Giovane Holden, pagg. 240, euro 14): un libro che è una radiografia, non solo perché per lo più ambientato tra le corsie di un ospedale, sul nostro quotidiano.

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“Quel dolce nome” tra confessioni imprevedibili e frammenti di esistenza

di Mario Chiodetti – Varesenoi.it

Ci sono libri che entrano in circolo goccia a goccia, come un distillato prezioso, e arrivano a riempire le cellule di un umore dolceamaro, denso di memorie e cose non dette, sacralità violate e falsi pudori. Libri dalla scrittura implacabile e ritmata, come un rataplan di morte, ma nel contempo pieni di paure esorcizzate al limitare dell’esistenza e di confessioni furiose e imprevedibili…

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Noi fieri di Mario Schiani: “Quel dolce nome”

di Giorgio Gandola – Altropensiero.net

«La letteratura è un gatto che ti taglia la strada». Non importa se sei seduto al Café de Flore con Simone de Beauvoir o se stai osservando una scalinata coperta di sabbia che porta a una spiaggia sconosciuta. Se lo dice Mario Schiani meglio fidarsi per tre motivi: conosce i gatti più di noi (ne ha tre), osserva il mondo da quel laboratorio letterario naturale che è la provincia italiana (Como) e sa riconoscere se una storia ha solo due dimensioni o raggiunge la terza (la profondità). Questa volta, con guizzo satanico, la letteratura ha tagliato la strada a lui e ha folgorato noi, arrivati alla fine di «Quel dolce nome», il suo ultimo romanzo (edizioni Giovane Holden) dopo una notte quasi insonne per impossibilità di abbandonare quella storia misteriosa e quei personaggi che un nome di battesimo in realtà non se lo sono dato…

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Le voci della colpa e dell’amore: Schiani e i padri

di Lucia Valcepina

I lettori della Provincia lo conoscono come giornalista raffinato, ideatore dell’inserto culturale Stendhal e penna umoristica che, nella sua rubrica della Buonanotte, indaga fatti, vizi e idiosincrasie della nostra epoca. Tuttavia, in pochi sanno che, dietro al garbato Mario Schiani, si cela uno scrittore kafkiano. L’opera è ambiziosa, si confronta con grandi temi letterari e ha come scenario il luogo che, più di tutti, in questi mesi ha visto intrecciarsi le nostre esistenze: un ospedale, spazio liminare dove le esperienze si amplificano.

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