Questionario di Holden: Ilarione Loi

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Detesto avere un “solito” perché mi fa sentire abitudinario, ma in effetti prediligo a mano. Zainetto con quaderno e penna stanno sempre con me ovunque vada, quando l’ispirazione chiama mi fermo e scrivo, ovunque io sia. Poi copio al computer.

Consigliaci un libro da leggere.
La ricreazione è finita di Dario Ferrari.

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Sì, è la stessa abitudine che ho nella lettura: mi affeziono a personaggi marginali. Dopo aver scritto Il demone dei miei peccati ad esempio, mi sono così affezionato a una di loro da darle un ruolo importante in Il bello non sazia.

Hai mai sperimentato il blocco del lettore? Come l’hai superato?
No, o se l’ho avuto non me ne sono fatto cruccio. Quando ho voglia di leggere leggo, quando di scrivere scrivo, se non ne ho voglia non mi costringo. Sono un estimatore del vizio e nemico delle costrizioni,
mai agire controvoglia, rende frustrati.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Nessuna scaletta, scrivo perché mi diverte farlo e mi piace farmi sorprendere dagli sviluppi della storia. Spesso ho in anticipo chiaro il finale ma non lo scrivo finché non lo raggiungo, per poi rendermi conto che in realtà non è ancora il finale.

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