Questionario di Holden: Doron Velt

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Su tutti, Borges. Ho passato anni, adolescente addolorato, a leggere solo lui. Solo lui. Intensamente e disperatamente. Ancora oggi conosco perfettamente a memoria (by heart, dal cuore, come in verità è giusto dire) la sua raccolta Finzioni.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì. I Polittici dell’Angelo. Una raccolta di racconti che sono organizzati in sezioni tematiche, che ho appunto chiamato Polittici. L’Angelo del titolo è Pahaliah, il ventesimo Angelo del Nome di Dio.

Scrivi ascoltando musica?
Sempre. In genere Bach. Credo che oltre una certa soglia del sentire, oltre una certa intensità interiore non si possa ascoltare che lui. Sogno di ascoltarlo con il mio lettore perché si possa essere, in qualche modo, insieme.

Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
L’ incontro tra il Commissario e Satana, l’Avversario. Si tratta di un incontro che avverrà in un reparto ospedaliero. La sfida era immaginare di poter ascoltare e comprendere le parole dell’ Avversario.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Gorizia, la città di Eugenia. Alcuni quartieri di Milano. l’Istituto dei Tumori di via Venezian, il settimo piano, la stanza undici. Una casa di ringhiera in via Mora dove viene ucciso, nel racconto Le mani di Eva, il giovane Alberto.

Questionario di Holden: Mafalda Daniele

Consigliaci un libro da leggere.
Il maestro e Margherita di Michail Afanas’evič Bulgakov.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Libri stampati, adoro il profumo dei libri!

Biblioteca, libreria fisica, libreria online, mercatini… Dove prendi i libri che leggi?
Libreria fisica e mercatini.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì, lavoro sempre a qualcosa di nuovo.

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Rigorosamente a mano, poi ricopio tutto al computer.

Questionario di Holden: Bruno Civardi

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Soprattutto i classici, da Omero a Virgilio, dalla Bibbia a Dante. Anche i grandi autori moderni, naturalmente, da Shakespeare a Goethe e tanti altri, fino a Calvino. In essi trovi tutto, e scopri cose sempre nuove a ogni rilettura.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Toccare il sacro senza distruggerlo è difficile. Io ci ho provato con la figura di Maria, reinventandone, almeno in parte, la storia, con l’intento di ammodernare e umanizzare la sua immagine, che resta comunque quella universale della Madre.

Consigliaci un libro da leggere.
Mi piace consigliarvi un racconto dal titolo L’ultima avventura. Il protagonista è un vecchio, cattivo, sgradevole, che ha qualcosa a che fare con Pinocchio, è anzi il “vero” Pinocchio. È pubblicato da Gonzo Editore, di Firenze. L’autore sono io.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Se scrivo poesia, parto spesso da un “cominciamento”, come dice Dante: un verso che nasce nella mente e sul momento può non avere seguito. Se si tratta di un racconto o di un romanzo, allora devo avere presente il corpo complessivo della storia.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Finito il libro, ne mando il “manoscritto” a Mario Castini, docente in un liceo di Pavia. Ancora giovane, che vive coi giovani, di animo equilibrato e insieme aperto, per me è il lettore ideale. E devo dire che i miei libri gli sono sempre piaciuti.

Questionario di Holden: Stefania Contardi

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Probabilmente la necessità di esorcizzare un momento storico personale delirante, coinciso con un trasloco impegnativo. Un trasloco è un po’ come un lutto, roba che richiede tempo di rielaborazione e che ti cambia per sempre, se non ti uccide.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Assolutamente sì: una nuova silloge, due romanzi e alcune storie per l’infanzia. Scrivendo generi diversi dalla poesia alla narrativa per ragazzi e adulti, credo sia normale avere sempre qualcosa in cantiere. Basta saper cambiare cappello e voilà.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Sono old fashion e quando acquisto un ebook poi acquisto sempre la versione cartacea, che deve avere una sua collocazione fisica nella mia libreria. Quella che ha una sua identità olfattiva e che migliora quando invecchia, come il buon vino!

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Senza alcun dubbio la città di Genova, la Superba, con il suo passato glorioso e le sue contraddizioni: crocevia di culture e profumi, di palazzi rinascimentali e architettura fatiscente, di profumi di spezie e focaccia e di pipì di cane. E il mare!

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Il computer, per fortuna, concede quella grande libertà di rieditare il testo a piacimento, per cui la scaletta non mi è necessaria: scrivo, modifico, aggiungo, sposto, costruisco e decostruisco l’architettura della storia fino a soddisfazione.

Questionario di Holden: Katia Angelini

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Scrivo sia a mano che a computer. Prediligo il mezzo elettronico quando devo concretizzare il lavoro. Tengo anche molti appunti scritti sui libri, sui ritagli di carta o su quaderni e incredibilmente li ritrovo sempre al momento del bisogno.

Scrivi ascoltando musica?
Normalmente scrivo la sera prima di coricarmi o in macchina quando stacco dal lavoro o dalla famiglia e sosto lungamente nel parcheggio. Non ascolto quasi mai musica mentre scrivo, mi faccio ispirare dopo la stesura.

Biblioteca, libreria fisica, libreria online, mercatini… Dove prendi i libri che leggi?
I libri di narrativa che leggo non mi vengono quasi mai regalati o consigliati. Li prendo in prestito in biblioteca oppure li compro online o nei negozi fisici. Ascolto anche molti audiolibri di pubblico dominio di autori ottocenteschi.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Il mio romanzo, Binomio urbano, è ambientato a Padova, che da sempre ho vissuto con un certo distacco. Mi sono fatta affascinare dalla sua storia, dalla sua gente e dalla sua cultura.

Collezioni qualche libro?
Ripongo i libri che colleziono in una libreria che abbiamo fatto costruire sulle scale. Mi pacifica sapere che sono custoditi in un luogo appartato e il fatto che siano in una posizione disagiata mi gratifica molto.

Questionario di Holden: Nicolò Pareto

Consigliaci un libro da leggere.
La leggenda del Santo Bevitore di Joseph Roth. Una storia di redenzione, generosità e speranza, insegna che anche l’ultimo dei reietti può fare del bene in questo mondo cogliendo le occasioni che la vita gli concede. Un concetto profondo e prezioso.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Non ho un vero e proprio spazio di scrittura: ovunque colga l’ispirazione, quello è il luogo ideale. Scrivo di getto, spesso interrompo quello che sto facendo e inizio a buttare giù quel che ho in testa, siano essi pensieri fugaci o interi capitoli.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Per quanto io ami gli audiolibri la carta non si batte: per il suo sapore antico che su di me sortisce un fascino esagerato, perché è sempre pronta, perché non si scarica mai, perché basta una matita per appuntare qualcosa d’importante.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
L’ambientazione del mio libro è ispirata alla Pisa che ho vissuto negli anni dell’università: è stata una seconda madre che mi ha trasformato nell’uomo che sono oggi. Nel mio romanzo essa è un personaggio alla quale rendo l’onore che merita.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Sono quel tipo di scrittore che fa una scaletta molto precisa per poi non seguirla: per me è la storia che guida lo scrittore, e non viceversa. Questo è il modo più divertente per scrivere, nonché il più appassionante!