Angoli vivi, Camilla Pisani
“Angoli vivi”
Mese: luglio 2024
Recensione a “Muro d’amore” di Isabella Taddeo
Questionario di Holden: Beatrice Fonte

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Amo i quaderni senza righe né quadretti; ne porto sempre uno piccolo con me per fissare idee qua e là, mano a mano che mi vengono in mente. Quando però si tratta di “mettersi a scrivere” mi siedo davanti al pc.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Questo libro è nato e cresciuto insieme ai miei due figli, che mi hanno insegnato a guardare il mondo con i loro occhi, vivaci e curiosi. Mi hanno affascinato le loro improbabili deduzioni e le loro domande semplicemente difficili.
Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Parto solitamente da un’emozione che non si colloca né all’inizio né alla fine, ma piuttosto al centro di un’idea, attorno alla quale si sviluppa tutto il resto. Non seguo uno sviluppo lineare inizio-fine, ma un movimento circolare.
Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì, attualmente sto lavorando ad un romanzo il cui protagonista è il “tacito rumore della vita”: come infaticabili ragni tessiamo le trame dei nostri giorni; fili meravigliosi e finissimi, elastici e resistenti, che definiscono il nostro spazio.
Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
Vorrei saper scrivere come un’onda del mare che massaggia, accoglie, sferza, trasforma, rovescia e schizza. Vorrei avere tutte le sfumature del mare, la sua increspata superficie e le sue abissali profondità.
Questionario di Holden: Gianni Iotti

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Il mio scrittore preferito è Marcel Proust. Ma ovunque è proficuo accostare i toni: così, in letteratura, mi piace alternare la Recherche con opere quali Cronache marziane di Ray Bradbury (a cui devo in parte l’ispirazione del mio libro).
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
La marcia è un libro scritto durante la pandemia, e ciò contribuisce forse a spiegarne il carattere distopico: ma i suoi scenari fantascientifici rinviano a un patrimonio di incubi e fantasmi che è onnipresente – e che appartiene a tutti.
Attualmente stai lavorando a qualche libro?
In questo momento sto lavorando a un romanzo in cui il tema non umano si lega strettamente al tema umano, e questo legame diventa l’elemento principale di una parabola narrativa ritagliata secondo i contorni improbabili dell’utopia.
Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Sullo sfondo simbolico di una catastrofe cosmica La marcia racconta essenzialmente il rapporto doloroso tra due fratelli. La cosa più difficile è stata la rappresentazione dei risvolti conturbanti di paradigmi affettivi tra i più profondi.
Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Il cinema in generale, e i B-movies in particolare, sono stati il mio modello. Oltre le convenzioni del genere fantascientifico, ho cercato di costruire immagini “visibili” nel senso più letterale, così come appaiono su uno schermo cinematografico.
Questionario di Holden: Lorenzo Coronella

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Di solito scrivo al computer, poiché mi risulta più semplice e veloce. Tuttavia, se proprio devo essere sincero, preferisco di gran lunga scrivere a penna: mi capita di farlo e la forza che sprigiona la scrittura con la penna è ineguagliabile.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
La voglia di esternare dei pensieri che portavo dentro e la speranza di proporre di una storia che possa offrire uno spunto di riflessione diverso rispetto al solito.
Consigliaci un libro da leggere.
Potrei consigliarne mille ma, forse per il messaggio che al tempo mi lasciò, consiglierei L’Alchimista di Paulo Coelho. È uno di quei libri che aiuta a espandere i confini dei propri pensieri, oltre a lasciare un insegnamento profondo.
Scrivi ascoltando musica?
Sì, praticamente sempre. Per me la musica non è solo un sottofondo: mi permette di espandere le emozioni che provo mentre scrivo. Gli artisti che ascolto di più mentre scrivo sono i Gorillaz, i Pink Floyd e i Beach House.
Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Preferisco decisamente i libri stampati: la sensazione che provo leggendo un libro cartaceo non la ritrovo da nessun’altra parte. Tuttavia, mi capita spesso di ascoltare audiolibri mentre sono in macchina.
Questionario di Holden: Alessandro Izzi

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Forse non sarei chi sono senza aver letto Luigi Pirandello e Fëdor Dostoevskij che, all’età di 18 anni, mi hanno aperto mondi. Da lì in poi fatico a pensarmi senza Dante, Cavalcanti, Tasso, Leopardi, Pasolini e, recente scoperta, Gabriele Galloni.
Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Appunti e note li prendo ovunque: anche sugli scontrini, sui tovaglioli o con messaggini autoinviati su WhatsApp. La scrittura vera e propria ormai è solo al PC, ma, di tanto in tanto, rimpiango le lunghe sedute di carta e penna di una volta.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Forse, il bisogno di grattare sotto la superficie dei tempi scuri nei quali viviamo. In fondo, l’horror più spaventoso è proprio il nostro presente. Anche il passato o il futuro di alcuni dei racconti di Häxan è il riflesso distorto dell’oggi.
Scrivi ascoltando musica?
Per me la musica non può essere un mero sottofondo. Semmai, una fonte di ispirazione e un modello strutturale. L’attesa della notte era, in fondo, una sinfonia, Häxan è una Suite e due racconti sono, rispettivamente, una ballata e una cantata.
Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Libri stampati. Gli ebook sono comodi, ma il ricordo di quanto letto tende a sbiadire in fretta. L’audiolibro per me non è libro. Piuttosto è un parente prossimo del teatro che mi priva della libertà fondamentale del lettore: decidere il mio tempo.
Questionario di Holden: Francesco Biacchi

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Non saprei stilare una classifica. Penso che in letteratura come nella pittura e anche per la musica si debba seguire una dinamica archeologica, con una lenta sedimentazione e una stratificazione dove diventa difficile districare “i preferiti”.
Quando hai letto il tuo primo libro?
L’ho sicuramente letto durante la scuola elementare, in seguito all’alfabetizzazione, ma non ricordo quale. Leggere tuttavia è un concetto molto ampio. Pinocchio, Peter Pan sicuramente li ho “letti” anche prima col supporto audio dei dischi.
Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Scrivo a computer. A mio avviso ciò rappresenta uno dei pochi casi in cui la tecnologia si è rivelata utile superando a pieni voti la tradizione, soprattutto per uno come me che possedendo una pessima grafia, scrive con geroglifici.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Combattere il pressapochismo imperante dal quale è facile venir contagiati, il sottoscritto per primo, i cui sintomi si manifestano nell’attribuire etichette, ragionare per slogan, non riempire le parole usate indiscriminatamente.
Consigliaci un libro da leggere.
Visto il momento consiglierei La sociologia del partito politico di Roberto Michels.
È vero che si tratta di un libro di sociologia, ma con nozioni storiche e spiegazione delle dinamiche del “gruppo”, divulgando in modo letterariamente eccellente.
Questionario di Holden: Isabella Taddeo

Quando hai letto il tuo primo libro?
Il mio primo libro era illustrato. Narra una giornata della vita di Cecilia Lardò, una porcellina con il suo piccolo, con disegni straordinariamente leggeri e precisi. Lo sfogliavo in continuazione e inventavo storie su ogni pagina…
Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Scrivo al computer ma ho sempre accanto a me (sul comodino e in borsa) un taccuino per prendere appunti quando ascolto storie di altri o voglio fissare alcuni pensieri importanti.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ho scritto questo libro di notte durante il lockdown perché avevo bisogno di distrarmi…e mi sono ritrovata a inventare le vite di altri. Ed è nata questa storia.
Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Entrare nella testa di Kamaru, uno dei protagonisti del romanzo, perché della Nigeria non sapevo nulla… così ho cominciato ad intervistare ragazzi immigrati che trovavo nella mia città. Ho ascoltato storie incredibili e imparato molto da loro.
Collezioni qualche libro?
Da sempre mi piace collezionare libri illustrati che trovo nei luoghi dove vado in vacanza o per lavoro. All’estero ci sono libri molto particolari che in Italia non si trovano. Ricordo una bellissima libreria a Bruxelles davvero magica…