Questionario di Holden: Valeria Cipolli

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Galeotta è stata una mostra internazionale d’arte contemporanea a cui ho partecipato come pittrice e che mi ha suscitato una serie di riflessioni sulla condivisione artistica ma anche sociale. Il tema della Biennale era infatti ” Io sono te”.

Consigliaci un libro da leggere.
Sto leggendo il saggio sulla creatività di Annamaria Testa La trama lucente. Uno sguardo a tutto tondo sul valore e il funzionamento del pensiero divergente. Ve lo consiglio.

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Ascolto sempre della musica quando scrivo ma in generale quando creo. Mi aiuta a disancorarmi dalla realtà ed entrare in quella dimensione creativa in cui la mente opera ancora ma da uno spazio come di dormiveglia. Musica rigorosamente senza parole.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Per le sillogi poetiche inizio generalmente dal titolo e un’ immagine mentale ad esso associata. Alla fine non sono mai quelli definitivi ma restano tracce importanti che mi indicano la direzione di quel fil rouge che legherà insieme le poesie.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Preferirò sempre il caro vecchio libro stampato, quello di carta con le pagine che si sfogliano e scricchiolano in modo diverso l’uno dall’altro, che profumano e portano lo scorrere del tempo come le rughe noi umani. I libri stampati sono vivi.

Questionario di Holden: Giacomo Barsocchi

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
L’ancora forte mancanza di sensibilità nei confronti degli omosessuali. Io sono etero ma ho tanti amici gay che sono persone eccezionali, allora ho voluto ribaltare la realtà per far capire che l’amore è solo amore, a prescindere da tutto.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Parto da un’idea di base, da un pensiero che mi ronza in testa e del quale vorrei dare una mia interpretazione. Su questa idea di base costruisco i personaggi, la trama, l’intreccio… un racconto che possa essere coinvolgente per il lettore.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Posso affermare con assoluta certezza che il mio spazio di scrittura non esiste, da questo punto di vista sono davvero molto poco serio. Per lo più scrivo stravaccato sul divano, con il computer appoggiato sulla pancia e la schiena che grida pietà.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Vorrei che fosse letto soprattutto dai giovani tra i 15 e i 25 anni, ma è assolutamente fruibile anche da persone più mature. Però i ragazzi sono il futuro ed è su loro che ricade la responsabilità di costruire un mondo sempre più inclusivo e libero.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Un po’ e un po’. Imposto una scaletta dei capitoli appuntandomi un’idea molto generica di dove la sezione dovrà andare a parare, però senza aggiungere troppi dettagli per lasciarmi trascinare dalla fantasia mentre lo scrivo.

Questionario di Holden: Claudia Camilletti

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Non c’è stata un vera e propria motivazione oggettiva, in quanto la scrittura ha sempre fatto parte di me. Sono state le mie emozioni a voler uscire allo scoperto e, giorno dopo giorno, a creare il mio primo romanzo. È stato tutto molto naturale.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Non so come, ma ho già tutto il romanzo in testa, compreso il titolo. Chiudo gli occhi e focalizzo ogni personaggio e la sua storia. Inizio a scrivere cercando di arrivare in fondo il prima possibile. Poi rielaboro il tutto, aggiungendo e limando.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
È stato un anno produttivo: ho già altri due romanzi pronti nel cassetto e un terzo è in elaborazione. I sentimenti regnano sovrani. Sono molto soddisfatta e non vedo l’ora di vederli pubblicati.

Biblioteca, libreria fisica, libreria online, mercatini… Dove prendi i libri che leggi?
La libreria fisica è sempre stata la mia prima scelta. Adoro passare tra gli scaffali, prendere i libri in mano e sfogliarne le pagine. Acquisto in base al momento, allo stato d’animo e a ciò che mi attira, dal titolo alla copertina.

Dovrebbero leggere il tuo libro ascoltando musica… (quale genere/artista/gruppo)?
Se chi legge il mio romanzo ama la musica, allora può spaziare nel genere. Ogni capitolo ha una sua storia, col proprio ritmo. Si passa da momenti più o meno difficili da affrontare, a quelli dove trionfa la felicità.

Questionario di Holden: Agostina Passantino

Quando hai letto il tuo primo libro?
Durante le vacanze estive, dopo la fine della prima elementare, mi trovano in villeggiatura dai miei zii. Il libro era C’era due volte il Barone Lamberto di Gianni Rodari. Ricordo ancora l’entusiasmo che ho provato per la lettura di questa novella.

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Fino a qualche anno fa scrivevo rigorosamente a mano ed ero sempre sommersa di fogli e foglietti, poi – fortunatamente – ho perso l’abitudine e ormai scrivo solamente al PC. Se ho l’urgenza di annotare qualche pensiero, ricorro anche al cellulare.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Direi dallo “sviluppo” centrale. Solitamente parto da un’idea di trama interna, poi formulo frasi e situazioni che possano creare un incipit e generare un contesto. Durante questa fase spesso elaboro anche la frase da utilizzare come finale.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Mi lascio guidare dalla mia idea iniziale, ma soprattutto dai personaggi che man mano prendono vita nella mia mente e cominciano a farsi autonomamente spazio nel testo. A ogni fine stesura sono per me quasi reali e mi manca non scrivere più di loro.

Dovrebbero leggere il tuo libro ascoltando musica… (quale genere/artista/gruppo)?
Assolutamente sì! Nel mio libro cito diversi brani, ognuno dei quali dovrebbe essere rigorosamente ascoltato contestualmente alla sua comparsa nel testo.

Questionario di Holden: Annalisa Marianne Mancini

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Paul Éluard: le sue poesie parlano di un mondo di delicatezza, di vero incanto. E poi Thomas Bernhard. I suoi libri non hanno capitoli né paragrafi, sono un fiume ininterrotto di parole in cui mi lascio trascinare, gustandone l’arguzia e il sarcasmo.

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Prima di iniziare a scrivere faccio qualche minuto di meditazione, per connettermi alla storia e ai personaggi. E poi tengo davanti a me una foto che ritrae l’uomo che amo. Spesso lo guardo e gli sorrido. Mi ricorda perché è importante scrivere.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Il mio spazio di scrittura è pulito, silenzioso, asettico. Mi ritiro nella mia caverna, mettendomi al riparo da ogni distrazione, per assicurarmi un ambiente propizio alla massima concentrazione.

Hai mai sperimentato il blocco del lettore? Come l’hai superato?
L’ho sperimentato una sola volta. Poiché tuttavia per me è inconcepibile non finire un libro, mi sono obbligata a riaprirlo dopo un mese. Alla fine ho fatto bene, perché ora il suo autore è uno dei miei preferiti.

Collezioni qualche libro?
Colleziono biografie di Reinhard Heydrich. Tra ebook e cartacei, credo di averne una ventina. Eppure, anche se conosco bene la vita di Heydrich, in ognuna trovo sempre qualche piccola novità, utile alla redazione dei miei romanzi storici.