Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Martina Calugi: Guardando il nostro bambino giocare gli abbiamo scattato delle foto divertenti che abbiamo condiviso con i familiari. Caterina Pesci (l’illustratrice) per regalo ci ha fatto un bellissimo disegno e da lì si è accesa la lampadina e… la fantasia di due genitori!
Consigliaci un libro da leggere.
Martina Calugi: Stanotte guardiamo le stelle di Alì Ehsani, una storia vera, un libro che dovrebbero leggere tutti per riflettere sulle frasi fatte che si sentono sull’immigrazione, un libro che parla dell’amore fraterno che tocca nel profondo.
Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Martina Calugi: Stiamo pensando a un sequel, nel frattempo (tra la scrittura e la pubblicazione) la famiglia si è allargata e le idee si sono moltiplicate. La traccia ci è abbastanza chiara, ma abbiamo ancora tanto lavoro e il tempo si è ridotto con due bambini.
Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Martina Calugi: Il libro stampato ha sempre il primo posto ma nel tempo ho apprezzato sia gli e-book, per la loro praticità in viaggio, che gli audiolibri. Questi ultimi li ho rivalutati di recente poiché per lavoro trascorro molto tempo in auto.
Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Martina Calugi: Nel caso specifico ci siamo lasciati guidare dalle foto all’inizio e la storia ha fatto il resto. In generale nella scrittura di testi brevi tendo a seguire un’idea e lasciarmi trasportare per vedere dove mi porta, una scoperta di sé in qualche modo.
Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Stefano Proietti: Emilio Salgari per le ambientazioni, Paolo Coelho per la narrazione, Daniel Pennac per l’arguzia e lo stile, Khaled Hosseini per i temi trattati. Poi Carl Rogers, Freud, Piaget, Bruner, Bettelheim, Winnicott, Rizzolatti, ecc… per mia formazione.
Quando hai letto il tuo primo libro?
Stefano Proietti: A otto anni. Emilio Salgari mi faceva sognare. Lessi tutti i suoi libri, da otto a dieci anni, chiuso nella mia cameretta e immerso negli scenari della giungla e nelle storie avventurose ed esotiche.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Stefano Proietti: Questo libro è nato per caso osservando Federico, a sei mesi, mentre giocava con i suoi pupazzi. Essendo insegnante e praticante di Judo, ho visto in questi giochi tecniche e “combattimenti” scherzosi. La mia formazione pedagogica ha fatto il resto.
Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Stefano Proietti: Il mio primo lettore sarà Federico e con lui tutti i piccolissimi a cui una mamma, un papà, un nonno, una nonna o altri a loro vicini, leggeranno con voce calma e piena d’amore, le vicissitudini di un piccolo judoka che cresce.
Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Stefano Proietti: I luoghi del libro sono gli spazi di gioco di Federico in casa. Spazi di crescita psicofisica, sociale, cognitiva ed emotiva per il bambino e per noi genitori. La metafora del combattimento esprime un percorso di cambiamento attraverso l’esperienza.