Questionario di Holden: Anna Chiara Venturini

Quando hai letto il tuo primo libro?
Al netto delle letture consigliate dalle maestre, il primo scelto proprio da me è stata L’allegra fattoria, un’edizione piccolissima, una storia di animali e bambini. L’ho divorato un’estate salendo ogni volta sul ramo del fico nel giardino di casa.

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Rigorosamente al computer, anche se mi piace scrivere a mano. La tastiera è comoda, collasso se non correggo ogni volta qualcosa. La revisione invece mi piace farla solo sulla carta e con una bella penna rossa. Un pizzico di nostalgia non guasta mai!

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Il desiderio di parlare serenamente di un luogo, con cui prima o poi faremo conoscenza: la Certosa. Molti lo vivono con timore o sono prevenuti. Cecilia perde la sua Celeste senza poterla abbracciare. Come sarebbe stato darle bacio della buonanotte?

Consigliaci un libro da leggere.
Le nostre anime di notte di Kent Haruf, una carezza che dovrebbe accompagnare la vita di ciascuno fino al suo naturale orizzonte. Ci conto molto.

Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
La scrittura riflette uno stile. Non desidero assomigliare ad altri. Se lo facessi, ammesso che ci riuscissi, esaurirei l’energia che esprimo. Negherei la mia impronta, i personaggi si girerebbero chiedendomi il perché. Invece, mi piace ascoltarli.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.