
Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Jim Thompson coi suoi folli criminali. Philip Dick per la sua capacità di mettere in dubbio la realtà che ci circonda. William Burroughs, rivoluzionario della letteratura. Dino Buzzati, maestro del perturbante.
Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Principalmente col computer, nei rari momenti di tranquillità in cui posso permettermelo. Precedentemente però ho già annotato e iniziato a costruire sulle note del cellulare. Lo smartphone ha rimpiazzato taccuino e block notes da tempo.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Le troppe ingiustizie sociali ma anche la superficialità per non parlare del totale disinteresse di fronte alle iniquità del sistema mostrati dalla maggior parte degli individui, consumatori intrappolati nel sogno edonistico del capitalismo moderno.
Attualmente stai lavorando a qualche libro?
No, ma ho intenzione di mettermi al lavoro il prima possibile evitando di stagnare nella quotidianità. Considerato che nella prima antologia ho elencato tutto ciò che non mi piace, a questo giro vorrei cimentarmi con tutto quello che trovo appagante.
Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Non è stato facile dover descrivere certi comportamenti profondamente sbagliati che hanno riguardato pure me e con i quali ho dovuto fare i conti. Anche se spesso tendiamo ad assolverci, siamo tutti coinvolti, giusto per concedermi una paracitazione.