
Quando hai letto il tuo primo libro?
Il mio primo libro letto è stato all’età di cinque anni. Ero in campagna, fu un battesimo perché sapevo che da quel momento in poi avrei continuato a leggere. Si chiamava Pokonaso, trattava di inclusione e diversità, mi cambiò dentro.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Prese vita nei miei pensieri e non se ne andò più via. Era arrivato il momento di far conoscere Beth, con la sua forza mi ha ricordato che bisognava andare avanti nonostante tutto. Meritava la sua occasione e di farsi conoscere per la sua grinta.
Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
Sinceramente nessuno, non si può arrivare a scrivere come un’altro autore perché ognuno di noi ha una sua impronta letteraria, una sua firma di riconoscimento con la scrittura. Desidero essere la versione migliore per i miei lettori e per me stessa.
Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Parto sempre con la buona intenzione di creare una scaletta, poi inizia l’Ottocento russo con tutta la banda come prendo la matita o il pc. Non riesco mai a seguire un filo logico di inizio e fine del romanzo, perché smetto di pensarci e scrivo.
Collezioni qualche libro?
Sono una collezionista di libri antichi, prime edizioni e vecchie stampe, prendo letteratura classica ed inglese. Se trovo Shakespeare, devo prenderlo! Lui è il mio maestro, scrivo perché le sue parole sono d’ispirazione per me, lo reputo un genio.