
Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Il romanzo che mi ha fatto capire a pieno le enormi potenzialità della narrazione è stato Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Negli anni della mia formazione ho amato Leopardi, Arthur Rimbaud, Emile Zola, Fëdor Dostoevskij, Jack London, Simenon.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
La spiacevole sensazione che il nostro mondo stia pericolosamente scivolando verso un tempo in cui i popoli subiranno una drastica restrizione delle libertà individuali, il feroce accentramento del potere e l’amplificazione delle ingiustizie sociali.
Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Il personaggio di Eleonora Marini, la madre del protagonista, che è una donna di grande cultura, carismatica, profonda e che, da tanti punti di vista, rappresenta l’architrave etico e intellettuale di tutto il romanzo.
Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Dovevo rappresentare il contrasto tra l’eccesso di benessere e l’eccesso di indigenza anche utilizzando il giorno e la notte e la pioggia e il sole. Per la parte oscura mi è tronato alla mente il film del 1989 Black Rain di Ridley Scott.
Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Parto sempre da una suggestione, mai da un obiettivo: storie e personaggi prendono vita nell’ambito della progressione della narrazione. Non so mai prima che piega prenderà la storia e quando e quali nuovi personaggi si presenteranno a dire la loro.