Questionario di Holden: Maria Cristina Fineschi

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Tra i poeti amo Pessoa, Caproni, Pavese, Arminio e alcuni poco noti contemporanei. Mi piace leggere il teatro, Beckett, Pirandello. Per gli scrittori leggiucchio in qua e là ma raramente mi innamoro. Cent’anni di solitudine è il massimo per me.

Quando hai letto il tuo primo libro?
Ho passato senza leggere tutta l’infanzia. Mia sorella, accanita lettrice, mi raccontava tutte le sue letture. Il primo vero libro intorno ai quattordici anni fu Il Rosso e il Nero di Stendhal come compito scolastico.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sto concludendo una storia fatta di storie. Il capocameriere di un locale elegante, incapace di avere una vita soddisfacente e piena, si “ciba” delle vite altrui entrando con astuzia in stretto contatto con alcuni clienti del locale.

Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
Alessandro Baricco, per la capacità immaginifica della scrittura, per il suo oltrepassare a piè pari il realismo, la logica e il dato temporale. Anche per l’assenza di trama che concede più respiro a situazioni e/o personaggi surreali. Per l’ironia.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Mi lascio portare, non ho una particolare intenzione sul dove voglio arrivare. Lascio che nascano le situazioni alle quali il personaggio debba poi adeguarsi o reagire. Difficile è trovare sempre una coerenza tra la storia e il personaggio.

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