
Quando hai letto il tuo primo libro?
Da che ho coscienza più che memoria il mio primo libro è stato Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, testo che ha dischiuso nella me preadolescente il senso e il segno profondamente organici e dinamici dei “passaggi di stato” della natura umana.
Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Ciò che possibilizza concretamente la possibilità stessa del mio sentire poetico è l’esercizio retrospettivo sui ricordi, così come l’ancoraggio e lo stimolo visivi di una realtà extralinguistica in attesa di ricevere densità e dignità letterarie.
Scrivi ascoltando musica?
Sì, per dotare il ragionamento poetico di un sottotesto emotivo che orienti il sentimento del mio pensiero e la sua lessicalizzazione, soprattutto nella fase più magmatica della creazione, che serve a innescare e innestare la narrazione sulla carta.
Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
Vorrei saper scrivere con la sensibilità “atmosferica” di Emily Dickinson e la sensualità illirica di Anne Sexton, ma anche secondo l’apparato sinestetico della penna di Wisława Szymborska.
Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Preferisco i libri in formato cartaceo per il senso tattile dell’esperienza, che ne restituisce una qualità ritualistica, rendendo possibile il passaggio dal mutismo spoetizzante dell’oggetto-presenza al valore affettivo dell’oggetto-segno.