Questionario di Holden: Ivan Chiavarini

Quando hai letto il tuo primo libro?
Durante le vacanze delle scuole medie ce ne venivano assegnati molti. Non ricordo se il primo fu un Sandokan di Salgari o uno degli animali di Jack London.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Una sorta di terapia per sviscerare le emozioni della paternità e per diradare la nebbia della confusione di mezza età.

Consigliaci un libro da leggere.
Shibumi. Il ritorno delle gru di Trevanian.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Si, ho finito di scrivere il mio secondo romanzo. Ma per ora acqua in bocca…

Hai mai sperimentato il blocco del lettore? Come l’hai superato?
Leggo libri a mia figlia Matilde prima che si addormenti. Non sono consentiti blocchi!

Questionario di Holden: Marta Russo

Quando hai letto il tuo primo libro?
Credo di averlo letto in prima elementare. Non c’è stanza a casa mia dove non ci sia almeno un libro e sin da piccola pregavo i miei genitori di leggermi favole o, ben presto, Harry Potter e Fairy Oak prima di dormire.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ho scritto il libro nel primo periodo Covid perché sentivo il bisogno di credere che la distanza fisica non può niente se c’è l’affetto a tenerci uniti e a riportarci dai nostri cari. Per mia fortuna è andata così.

Consigliaci un libro da leggere.
Da accanita lettrice di qualsiasi genere quale sono è difficile sceglierne uno ma il libro che più spesso torna sul mio comodino è Milk and honey di Rupi Kaur: una raccolta di poesie molto coinvolgenti sull’indipendenza, la fragilità e la forza in se stessi.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì, sto lavorando a due progetti totalmente diversi tra loro. Di solito sono molto ordinata, invece quando scrivo mi capita di farlo ovunque: ho tanti taccuini e le note del mio telefono sono piene di dialoghi e idee.

Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
Come… Suzanne Collins, per la capacità di farti immergere nel suo mondo, come Laura Nowlin per far percepire il dolore e la gioia in modo così viscerale e come John Green perché l’uso che fa delle parole è difficile da dimenticare.

Questionario di Holden: Ettore Neri

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Il romanzo che mi ha fatto capire a pieno le enormi potenzialità della narrazione è stato Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Negli anni della mia formazione ho amato Leopardi, Arthur Rimbaud, Emile Zola, Fëdor Dostoevskij, Jack London, Simenon.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
La spiacevole sensazione che il nostro mondo stia pericolosamente scivolando verso un tempo in cui i popoli subiranno una drastica restrizione delle libertà individuali, il feroce accentramento del potere e l’amplificazione delle ingiustizie sociali.

Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Il personaggio di Eleonora Marini, la madre del protagonista, che è una donna di grande cultura, carismatica, profonda e che, da tanti punti di vista, rappresenta l’architrave etico e intellettuale di tutto il romanzo.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Dovevo rappresentare il contrasto tra l’eccesso di benessere e l’eccesso di indigenza anche utilizzando il giorno e la notte e la pioggia e il sole. Per la parte oscura mi è tronato alla mente il film del 1989 Black Rain di Ridley Scott.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Parto sempre da una suggestione, mai da un obiettivo: storie e personaggi prendono vita nell’ambito della progressione della narrazione. Non so mai prima che piega prenderà la storia e quando e quali nuovi personaggi si presenteranno a dire la loro.

Questionario di Holden: Roberta Zaccagni

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Ho scrittori adeguati a ogni stato d’animo. Se voglio rilassarmi prendo in mano Camilleri e sogno la Sicilia. Se sto meditando su qualche tema, i poeti sono un perfetto trampolino e allora cerco Neruda o Leopardi o la Merini.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
La richiesta di mia figlia e un bisogno personale congiunti.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sto pensando di conservare il personaggio del cacciatore di storie, presente in Una farfalla sul cuore, e affidare a lui la prossima trama. È bello seguire una storia oltre il punto fermo della parola fine, la vita in fondo è una creazione continua.

Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
È stato un viaggio per accettare l’inaccettabile, dire l’indicibile. Non lo definirei difficile, ma doloroso, allo stesso modo di un parto: un dolore necessario.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Luoghi reali che conosco bene e in cui vivo da anni oramai, la sponda lecchese del lago di Como, con tutto il suo fascino naturalistico e letterario. Impossibile non pensare a Manzoni!

Questionario di Holden: Francesco Siciliano

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Il libro cartaceo è stato per gran parte della mia vita l’unico mezzo per poter leggere. Tenere in mano un volume da sfogliare, sentirne la consistenza e l’odore, è un’abitudine ormai così consolidata che non riesco a considerare altri modi.

Qual è la cosa più difficile che hai dovuto scrivere nel tuo libro?
Scrivere in dialetto acrese! È la mia lingua madre, mai persa anche se da tanto non vivo più ad Acri, però non è per niente facile scriverla, perché ha dei suoni che non hanno una corrispondenza grafica precisa e questo ne impoverisce l’efficacia.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Paola e Chiara, moglie e figlia. Leggono il testo dopo la prima stesura ed evidenziano quello che non funziona, in modo da intervenire nella prima revisione del testo. È uno scambio continuo, anche per testare l’efficacia di un singolo periodo.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
Gli eventi si svolgono in un ambiente naturale attraente e in un contesto urbano, Acri, dove le persone vivono e si esprimono con originalità. Gli ingredienti erano già pronti: mentre scrivevo ho avuto l’impressione di doverli solo combinare insieme.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Narratore architetto o esploratore? Non riesco a progettare, mi sento a mio agio quando mi muovo in un ambiente sconosciuto, da scoprire passo dopo passo. Quando scrivo mi sento esploratore e mi piace sorprendere me stesso per quello che viene fuori.

Questionario di Holden: Leonardo Nanna

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Stephen King: celebre per la sua capacità di intrecciare horror/thriller con un’intensa analisi psicologica dei personaggi. Le sue storie non si limitano a spaventare, ma scavano nelle paure più profonde dell’animo umano.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ho scritto La scia dell’uroboro perché sono affascinato dal magnetismo dei cold case, da quei misteri irrisolti che sembrano sospesi nel tempo. L’esoterico aggiunge un livello oscuro e simbolico, dove la verità si nasconde tra segreti del passato.

Consigliaci un libro da leggere.
Dio di illusioni di D. Tartt è un thriller psicologico avvolgente, che esplora colpa, bellezza e moralità. Con uno stile elegante, personaggi magnetici e un’atmosfera accademica decadente, svela il fascino oscuro dell’ambizione e della trasgressione.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì, sto lavorando alla terza indagine dell’ispettore Olivetti. Questa volta sarà lontano dalla “sua” Pisa, costretto a muoversi in un territorio che non gli appartiene, tra nuovi volti e enigmi. Un caso che metterà alla prova il suo intuito.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Il mio primo lettore è la mia compagna. Con occhio attento e sincero, mi aiuta a smussare gli angoli, affinare i dettagli e dare profondità alla storia. Il suo sguardo critico è essenziale per rendere il libro quello che deve essere.

Questionario di Holden: Maurizio Gavinelli

Quali sono i tuoi scrittori/poeti preferiti?
Amo molto la letteratura americana moderna: oltre a Philip Roth, Cormac McCarthy, Richard Ford e Bret Easton Ellis, così diversi ma così grandi. In spagnolo Javier Marìas e Vargas Llosa, il giapponese Murakami Haruki, il portoghese Lobo Antunes.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sulla vita di un chirurgo che viene dal niente, è un genio che scala tutte le gerarchie e non può fare a meno del delitto… E la poesia, sempre.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Scrivo ovunque, ma soprattutto nel mio studio, che è anche professionale, circondato da libri e da pubblicazioni scientifiche, da stampe antiche di operazioni chirurgiche e ricordi di viaggio. Direttamente al computer, ormai poco a mano.

Puoi esprimere un desiderio. Vorrei saper scrivere come…?
È un desiderio impossibile: tra tutte le epoche, le letterature. Non saprei da che parte girarmi. Vorrei poter migliorare ogni giorno, ma mi è ben chiaro che ci sono dei limiti. Un poeta? Wallace Stevens. Un narratore? Vladimir Nabokov.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
È un’epoca che ho vissuto in prima persona, intensamente, nello stesso contesto storico, negli stessi luoghi, tra persone assai simili a quelle rappresentate nella finzione del racconto.

Questionario di Holden: Rudy Stefani

Quando hai letto il tuo primo libro?
Ho letto il mio primo libro, Addio alle armi di Ernest Hemingway, a quattordici anni durante le vacanze estive. È stato un approccio tardivo alla lettura, ma che mi ha folgorato. Da allora la lettura è una parte fondamentale della mia esistenza.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Il libro che presento nasce da una riflessione sul diventare adulti, su quegli eventi della vita che fanno perdere le proprie coordinate e riferimenti, ma che ci consentono di ricostruirci nuovi in una dimensione matura e consapevole.

Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Ho terminato la stesura di un altro romanzo qualche settimana fa, è la storia di due donne molto diverse legate da vincoli pericolosi e invisibili che si intrecciano in una vicenda complessa che ha come sfondo la storia recente del nostro Paese.

Cosa ha ispirato l’ambientazione del tuo libro?
L’ambientazione del mio romanzo è ispirata alla terra in cui vivo, il Veneto. La luce, le forme e i colori del bosco, delle colline sospese tra le Prealpi e la pianura rappresentano il mio mondo e sono immagini che ricorrono in ogni mio racconto.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Quando scrivo mi lascio guidare dal racconto, i personaggi e le vicende sembrano essere custodite nella mia dimensione creativa da un tempo lontano, chiedono solo di essere liberate. Lo scrivere diventa occasione per lasciarle andare e raccontarle.

Questionario di Holden: Anna Violi

Quando hai letto il tuo primo libro?
Credo che la lettura dei libri abbia accompagnato il mio percorso di crescita. Ho letto con interesse libri di narrativa, scienze, saggistica… tutto dipendeva dal mio bisogno di entrare in un mondo nuovo.

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Al computer, d’abitudine. A mano quando sono ispirata da qualcosa e devo annotarla… il problema è ritradurre in seguito quello che ho scritto perché ho una grafia pessima.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Il bisogno di reagire a qualcosa di imprevisto. Una reazione che è divenuta catarsi, sogno, introspezione, crescita, dolce saudade.

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
No. Mi siedo davanti al computer e inizio ad elaborare un’idea, un accenno della stessa dapprima ad occhi chiusi, per poi trasferirla sulla tastiera iniziando a creare un mondo nuovo che assumerà fisionomie sempre più definite, pagina dopo pagina.

Scrivi ascoltando musica?
Non sempre, dipende dal mio stato d’animo e dal bisogno di concentrazione. La musica mi aiuta a perfezionare e approfondire pulsioni emotive che vibrano cercando appoggi.

Manuale per maniaci dei libri – Come conservare il tuo libro

Se possibile, tieni i libri in una libreria chiusa per proteggerli dalla polvere. In alternativa, pulisci regolarmente gli scaffali e i libri con un panno morbido e asciutto. I libri molto grandi e pesanti possono essere conservati in posizione orizzontale per evitare che il loro peso danneggi la rilegatura. Assicurati che il luogo in cui conservi i libri sia libero da insetti che potrebbero danneggiarli, come tarme o scarafaggi.

Step 1: Spolvera il tuo libro ogni mese o due
Col passare del tempo, la polvere si accumulerà sul libro. Evitalo spolverando i tuoi libri almeno una volta ogni due mesi. Usa un panno pulito, un piumino o un aspirapolvere con una spazzola morbida per rimuovere gli accumuli e mantenere i libri in ordine. Spolvera sempre il libro dal dorso verso l’esterno per evitare che la polvere si accumuli nel dorso.

Step 2: Evita di riparare le pagine strappate con nastro adesivo
Il normale nastro adesivo non deve essere utilizzato per riparare i danni al libro. Questo tipo di nastro è sensibile alla pressione e nel tempo può causare più danni ai tuoi libri. Anche le note adesive e gli adesivi dovrebbero essere tenuti lontani dal tuo libro.

Step 3: Posiziona una copertina protettiva sul tuo libro
Acquista una copertina trasparente da posizionare attorno alla copertina del tuo libro. La copertina deve essere realizzata con materiale idoneo per archivi e adattarsi al libro. Questo è particolarmente importante se desideri portare con te il tuo libro e non preoccuparti di danneggiarlo durante il trasporto.

Step 4: Assumi un restauratore per riparare un libro vecchio e di valore
Se desideri riparare un libro raro e prezioso, chiedi informazioni alla tua biblioteca locale. Un bibliotecario potrebbe darti il ​​nome di un restauratore che può riparare il tuo libro. Mettiti in contatto con lui e discuti le sue tariffe (che varieranno) prima di assumerlo per riparare il tuo libro.