Questionario di Holden: Ale Ortica

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ho scritto il libro mentre affrontavo la chemioterapia e in quel momento sentivo l’esigenza di dare un nome a ciò che stavo provando. Usare termini inappropriati per descrivere ciò che pensiamo ci depotenzia, ci destabilizza, ci rende vulnerabili.

Biblioteca, libreria fisica, libreria online, mercatini… Dove prendi i libri che leggi?
Libreria online perché sono una lettrice molto decisa, non vado mai a caso, c’è sempre un motivo se scelgo quello specifico volume, quindi cerco nei miei siti di riferimento e faccio ordini piuttosto importanti per tutta la famiglia.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Il mio compagno che è anche il mio editor. Spesso chiedo a lui dove ho usato un certo personaggio o di cosa parlasse quel tale racconto perchè lui rilegge i miei lavori decine di volte e alcune parti può citarle a memoria. Io non riuscirei a farlo.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Non mi è mai capitato di fare una scaletta: una storia mi chiama e mi pizzica finché non la scrivo come essa vuole essere scritta, non so neanche come finirà finchè non arrivo alle ultime pagine.

Dovrebbero leggere il tuo libro ascoltando musica… (quale genere/artista/gruppo)?
Pop ’80 e ’90, immaginatelo come un film: titoli d’inizio, lei in macchina verso l’ospedale per iniziare la chemio “Heaven is a place on earth” di Belinda Carlisle, poi “Shiny happy people” dei REM, titoli di coda “Waiting line” di Zero7. Nella mia testa è così.