Questionario di Holden: Giacomo Barsocchi

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
L’ancora forte mancanza di sensibilità nei confronti degli omosessuali. Io sono etero ma ho tanti amici gay che sono persone eccezionali, allora ho voluto ribaltare la realtà per far capire che l’amore è solo amore, a prescindere da tutto.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Parto da un’idea di base, da un pensiero che mi ronza in testa e del quale vorrei dare una mia interpretazione. Su questa idea di base costruisco i personaggi, la trama, l’intreccio… un racconto che possa essere coinvolgente per il lettore.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Posso affermare con assoluta certezza che il mio spazio di scrittura non esiste, da questo punto di vista sono davvero molto poco serio. Per lo più scrivo stravaccato sul divano, con il computer appoggiato sulla pancia e la schiena che grida pietà.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
Vorrei che fosse letto soprattutto dai giovani tra i 15 e i 25 anni, ma è assolutamente fruibile anche da persone più mature. Però i ragazzi sono il futuro ed è su loro che ricade la responsabilità di costruire un mondo sempre più inclusivo e libero.

Fai una scaletta di ciò che vuoi scrivere o ti lasci guidare dalla storia?
Un po’ e un po’. Imposto una scaletta dei capitoli appuntandomi un’idea molto generica di dove la sezione dovrà andare a parare, però senza aggiungere troppi dettagli per lasciarmi trascinare dalla fantasia mentre lo scrivo.