Questionario di Holden: Jolanta Maria Czarnomorska

Quando hai letto il tuo primo libro?
Avevo sette anni. La mia prima avventura da lettrice autonoma fu Libro di Bullerbyn di Astrid Lindgren. Successivamente lo lessi ancora diverse volte, convinta di fare parte del mondo dei personaggi descritti e delle loro vicende. Indimenticabile.

Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Ho l’abitudine di prendere degli appunti dove capita: in un taccuino, sui tovaglioli, sui pezzi della carta da cucina. Ogni riflessione può rivelarsi preziosa. Ovviamente scrivo anche col computer, ma mi piacerebbe poter scrivere solo a mano.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Nella mia mente rimane impresso un luogo reale, un paesino della campagna polacca, dove spesso trascorrevo le mie vacanze. I campi, le case lungo una strada sola e le rovine di una vecchia chiesa. L’immaginazione ha portato gli elfi proprio lì.

Consigliaci un libro da leggere.
Sto finendo in questi giorni il libro autobiografico di Federica De Paolis Da parte di madre. Il rapporto fra madre e figlia viene descritto in modo coinvolgente e coraggioso. Da non perdere.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Preferisco leggere libri stampati, sentire il profumo della carta, della sua ruvidità, il fruscio delle pagine. Il libro stampato risveglia tutti i sensi e diventa oggetto del desiderio. Forse per questo motivo è così difficile separarsene.

S04E23 Podcast Vitamina L: Jolanta Maria Czarnomorska e “La luna delle bacche mature”

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Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni
Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo.
L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.

Per saperne di più…

“La luna delle bacche mature” di Jolanta Maria Czarnomorska: un libro che vi accenderà un fuoco nel cuore

a cura di lesfleursdumal2016.wordpress.com

Sarà il periodo pieno di allegre luci.
O questa pioggia che sembra cantare attraverso i vetri e rende la mia città silenziosa e opalescente.
Come se la nebbia celasse la bruttura e invogliasse ad andare incontro la mistero.
Non amo l’inverno.
Né, sono lieta di vedere la finzione attraverso un’allegria di facciata.
Eppure, in questi momenti odiati da voi normali, io mi sento perfettamente a mio agio.

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