
I Modà sono una delle band più apprezzate oggi dal pubblico italiano, in una fase di successo crescente che tuttavia ha vissuto un percorso di emersione non privo di difficoltà.
Dopo il notevole successo estivo del singolo Sono già solo – 40 settimane al vertice delle classifiche e disco di platino – è stato presentato ai primi di ottobre il brano La notte, già al primo posto tra i brani più ascoltati nelle radio. Questi due pezzi sono l’antipasto del loro quarto album di inediti di prossima uscita nel 2011, sotto etichetta Ultrasuoni.
La band nata è composta da quattro musicisti provenienti da differenti esperienze musicali ma con la stessa passione per il pop-rock, un sogno comune e la ferma convinzione di poterlo raggiungere: Francesco “Kekko” Silvestre (voce e autore dei testi), Enrico Zapparoli (chitarra acustica), Diego Arrigoni (chitarra elettrica), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria).
Nell’attuale panorama rappresentano in un certo senso un’eccezione, infatti la storia della musica italiana è molto chiara: le band italiane hanno maggiori difficoltà ad affermarsi rispetto a un cantante solista. Tralasciando le teen band – che hanno un target molto preciso – possiamo citare giusto i Negramaro come esempio di successo, con una popolarità attuale e con una costanza di vendite in qualche modo paragonabile, per fare un esempio, a Ligabue e Vasco Rossi. Perché questa tendenza? Sicuramente una delle motivazioni è legata alla scelta del pubblico italiano di riversare le proprie attenzioni musicali sulle band inglesi o americane. I Modà sfuggono a questa generalizzazione. Fin dai loro inizi si concentrano fortemente sul live, che diventa immediatamente il loro vero punto di forza. Nel corso di una recente intervista Francesco Silvestre ha dichiarato: “Siamo una band che è esattamente il contrario di un progetto costruito a tavolino. Frequentavo le sale prove fin da ragazzino con il sogno di fondare un gruppo”.
Sala prove, dunque, che diventa ’la loro casa’, pronti a scommettere sulle canzoni di Kekko (autore e compositore dei brani nonché fondatore della band milanese) e puntando subito su un proprio spettacolo dal vivo dichiaratamente energico ed emozionante.
“La parola successo per noi non esiste,” continua. “è una parola entrata in totale abuso dentro un mercato discografico dove la fortuna è uno dei pochi ingredienti fondamentali oltre ovviamente alla costanza, l’impegno e l’umiltà. Le band sono tantissime in Italia e solo pochi ce la fanno. Per poter emergere ci vogliono anni mettendosi in gioco continuamente con dischi e canzoni. Noi abbiamo scelto e ci siamo imposti di non suonare mai cover nei locali e infatti non ci facevano suonare, se non gratis o pagando di tasca nostra. In uno di questi live abbiamo incontrato un direttore artistico della Rai che ci ha poi instradati in quello che è stato il nostro percorso di affermazione nato da un disco auto-prodotto, il primo, che per noi vale più di tutti gli altri.”

Se sarà pure misteriosa e tenebrosa quando vuole fa paura
ma ti abbraccia e ti difende se l’ascolti
se ti nascondi e cerchi dentro nella forza per andare avanti
e non tradirla con il sole e i raggi
mi copre dagli insulti e dalle malelingue
che cerca solo di ferirmi e screditarmi
mi lascia fare anche se sbaglio a farmi male
senza insultarmi
non come te che invece
hai cancellato in un momento tutto quanto
ed è rimasto dentro te soltanto il peggio
per uno sbaglio ed un momento in cui mi son sentito
solo senza coraggio
ma la notte so che pensi a me amore
nel buio cerchi sempre le mie mani
no, non fingere di stare già, già bene
di colpo non si può dimenticare
niente di così profondo e intenso o almeno penso…

Nonostante, dunque, la difficile ma encomiabile scelta di proporre brani inediti, i Modà iniziano a suonare ovunque ci sia la possibilità di farsi ascoltare e grazie alla forza delle loro canzoni, del vero passaparola e del web ogni giorno vedono crescere la schiera dei loro fan.
Internet diventa fondamentale per la band, il loro sito http://www.rockmoda.com ha migliaia di contatti al giorno e i loro video su Youtube sono tra i più cliccati nel panorama musicale italiano con milioni di visualizzazioni.
Il 2010 è l’anno che conferma definitivamente i Modà come uno dei migliori gruppi pop-rock italiani, premiati ai Wind Music Awards presso l’Arena di Verona come rivelazione dell’anno, e ai Venice Music Awards come band rivelazione dell’anno.
Un successo che li ripaga del difficile esordio e del difficile percorso che li ha portati al successo. “Di difficoltà ne abbiamo incontrate mille,” continua Silvestre. “Quando inizi a fare musica non lo puoi vedere come un lavoro, lo fai come divertimento e lo sostieni economicamente con un secondo mestiere. Possiamo fare i sognatori, ma tutti abbiamo un affitto da pagare e i soldi da mettere via per il futuro. Della formazione originale dei Modà sono rimasti solo i più decisi. Ci tenevo così tanto che questo percorso e questa scelta alla fine non mi è pesata per nulla. E ancora oggi, con all’attivo alcuni album in cui siamo stati prodotti dalle case discografiche, ti ritrovi in periodi in cui magari guadagni molti soldi e poi non è detto che ne otterrai altrettanti per il futuro. Insomma, non è comunque un mestiere facile.”
Infine Silvestre affronta lo status della situazione discografica rivolta ai gruppi emergenti.
“Il sistema italiano non funziona molto bene, le band fanno fatica a farsi ascoltare. Le case discografiche hanno pochi soldi, non hanno un rientro garantito e in questo modo è difficile farsi ascoltare. La stessa cosa vale anche per i locali, che scommettono poco sulle band. Chi fa talent show o ha già pezzi autoprodotti costa di meno, così come l’essere da soli e non una band da spostare interamente anche solo per il tour promozionale. I costi su un singolo artista sono molto più bassi.” Un’analisi lucida e spietata.
“Però devo dire che ho sempre amato il lavoro di squadra e mi è sempre piaciuto il confronto, stando insieme a persone che amano le cose che fanno e che vanno oltre le mie idee e l’innato conflitto di interessi con me stesso. Stare con una band che hai costruito tu crea le condizioni per una comunicazione più semplice. Ci conosciamo meglio, abbiamo sopperito l’un l’altro alle mancanze dei momenti più difficili, condividendo le cose belle e i momenti più brutti vissuti in questi anni di vita e di musica.”
