Come scrivi di solito, a mano o col computer?
Quando devo pensare alla trama, scrivo a mano. Sul foglio A4 metto frecce di rimando, sottolineature con evidenziatore in giallo, commenti etc. La stesura poi la faccio a computer, dove mi è facile lavorare di taglia e incolla.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Un viaggio a Cadimare, un incontro fortuito. Ma, salvo poche eccezioni, per me è misteriosa l’ispirazione che sta alla base di un racconto: è un cocktail ben miscelato di notizie, personaggi, esperienze, con l’aggiunta di un pizzico di inventiva.
Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
L’incipit è importante, deve essere potente! Il lettore si deve emozionare, innamorare. Ma poi tutto ritorna: l’incipit, il corpo, la fine del racconto sono tutt’uno. Come in una composizione musicale, come in un dipinto, come un’architettura…
Attualmente stai lavorando a qualche libro?
Sì, è un lavoro che mi impegna molto. È un giallo, ma non solo… Affronta il tema dell’elaborazione del dolore e dell’amore.
Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
I miei libri, una volta letti, sono impresentabili: annotazioni, commenti, rimandi… tutto ciò non potrei farlo senza la carta stampata. Gli e-book e soprattutto gli audiolibri hanno un modo diverso di fruizione.