Questionario di Holden: Valeria Cipolli

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Mi ha spinto il desiderio di affrancarmi da ferite antiche. È un viaggio di ritorno, non dal bambino all’adulto, ma dall’adulto al bambino. Un rientro intimo, dove l’adulto accoglie, integra e finalmente scioglie. Ed è lì che avviene la magia.

Com’è il tuo spazio di scrittura?
Non do alla scrittura una dimensione di spazialità ritualizzata: coincide col mio corpo, mano, pensieri, respiro. Mi abita e dove ci sono io c’è anche lei. Oppure no. Dipende se ha voglia. È libera come lo sono io. Siamo coinquiline rispettose.

Chi è il tuo primo lettore a libro finito?
CIl primo lettore è quasi sempre qualcuno della mia famiglia, di quel nucleo intimo che mi conosce da sempre. Spesso è mia madre: legge con occhi che sanno già chi sono, e forse proprio per questo sa vedere anche ciò che non dico.

Dovrebbero leggere il tuo libro ascoltando musica… (quale genere/artista/gruppo)?
“Who By Fire” di Leonard Cohen. È una canzone intimamente legata a una mia ferita infantile, su cui sto ancora lavorando. Ne rispecchia il tono e lo spirito: malinconia, bellezza e il tentativo di trasformare il dolore in poesia.

Collezioni qualche libro?
No, li vivo come incontri unici, come quelli tra le persone. Non mi interessa avere tutto di un autore, mi basta riconoscere quel libro che mi parla e con cui riesco a dialogare. Però i fumetti della Pimpa, quelli sì, li collezionavo!

Questionario di Holden: Valeria Cipolli

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Galeotta è stata una mostra internazionale d’arte contemporanea a cui ho partecipato come pittrice e che mi ha suscitato una serie di riflessioni sulla condivisione artistica ma anche sociale. Il tema della Biennale era infatti ” Io sono te”.

Consigliaci un libro da leggere.
Sto leggendo il saggio sulla creatività di Annamaria Testa La trama lucente. Uno sguardo a tutto tondo sul valore e il funzionamento del pensiero divergente. Ve lo consiglio.

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?
Ascolto sempre della musica quando scrivo ma in generale quando creo. Mi aiuta a disancorarmi dalla realtà ed entrare in quella dimensione creativa in cui la mente opera ancora ma da uno spazio come di dormiveglia. Musica rigorosamente senza parole.

Quando scrivi un libro da dove parti? Titolo, incipit, fine…?
Per le sillogi poetiche inizio generalmente dal titolo e un’ immagine mentale ad esso associata. Alla fine non sono mai quelli definitivi ma restano tracce importanti che mi indicano la direzione di quel fil rouge che legherà insieme le poesie.

Preferisci libri stampati, audiolibri o e-book? Perché?
Preferirò sempre il caro vecchio libro stampato, quello di carta con le pagine che si sfogliano e scricchiolano in modo diverso l’uno dall’altro, che profumano e portano lo scorrere del tempo come le rughe noi umani. I libri stampati sono vivi.

S04E17 Podcast Vitamina L: Valeria Cipolli e “La bambina con l’ombelico di perla”

Ascolta su Spreaker | Guarda e ascolta su Youtube | Ascolta su Spotify

Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni
Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo.
L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.

Per saperne di più…

Valeria Cipolli e la voglia di esplorare l’animo umano

dalla redazione di Telegiornaliste.com – a cura di Tiziana Cazziero

Ciao Valeria e grazie per il tuo tempo. Parlaci di te, quando ti sei avvicinata alla tua arte?
«Ho un’indole artistica da quando ne ho memoria ma ho trovato un mio stile e una mia sintesi personale, un modo di fare arte che mi caratterizza, come spesso accade, in un periodo difficile della mia vita quando come per compensazione, quasi a voler far luce nel buio che stavo vivendo sono arrivate le donne bianche dei miei quadri, che ho soprannominato Fanusie prendendo in prestito la parola greca fanòs che significa luminoso. Sono state provvidenziali e ancora oggi sono rimaste protagoniste dei miei dipinti».
[…]

Continua a leggere sul sito

Acquista il libro in versione cartacea o in versione e-book

Trasformare i punti deboli in punti di forza

dalla redazione di Blogdidattico

“Ciò che fa notte dentro di noi può lasciare stelle”  partendo da questa frase di Victor Hugo scritta nel suo ultimo romanzo Novantatré, Valeria Cipolli, autrice di La crepa preziosaespone una bellissima prefazione che introduce poesie profonde.
Estrapolando queste brevi righe è possibile capire il taglio che l’autrice vuole dare alla silloge poetica: “La sofferenza non solo ci è maestra di vita ma se vista dalla giusta prospettiva può lasciare una scia di stelle dentro di noi: sono i nostri punti di forza nati dai punti di sutura delle lacerazioni, le nostre cicatrici che si sono trasformate in arabeschi”. 
Questo libro va letto con uno sguardo positivo, proprio come fanno gli orientali, i quali riparano gli oggetti mettendo in risalto i punti di rottura, usando una particolare lacca dorata. Trasportando questo concetto alla profondità interiore di ognuno di noi ci porta a riflettere su un concetto chiave: trasformare i punti deboli in punti di forza.
[…]

Continua a leggere sul sito

Acquista il libro in versione cartacea o in versione e-book