Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni. Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo. L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.
Il giovane autore di cui sto parlando è Raffaele Longo, un avvocato appassionato di fantasy che ha svolto diversi studi su alcune figure storicamente esistite ma dimenticate nel tempo. Protagonista del suo racconto è infatti Girolamo Chiaramonte, un alchimista siciliano del ‘500/’600, realmente esistito, famoso per il suo Elixir Vitae. Nel racconto incontrerà una figura appartenente al folklore napoletano, il Munaciello, che si dice essere uno spiritello deformato e malvagio, che infesta le case per vendicarsi di coloro che lo hanno fatto soffrire in vita. Personaggio, a mio parere, perfetto per la situazione che si crea con il protagonista e ben descritto nel suo essere dispettoso e cattivo, essenziale per una riflessione sulla società di quel tempo e di oggi.
Alle 2 del mattino di venerdì 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo arriva nelle Americhe con le sue navi La Nina, La Pinta e la Santa Maria. Colombo pensava di essere da tutt’altra parte e morì convinto di aver scoperto le Indie, solo Amerigo Vespucci riuscì a intuire che in realtà l’esploratore genovese aveva scoperto un nuovo continente. E le Americhe, nello specifico gli Stati Uniti, tra 22 giorni eleggeranno un nuovo Presidente e ci auguriamo tutti che gli americani facciano una scelta assennata e ben ponderata.
Nel 1946 L’Italia adotta l’Inno di Mameli come inno nazionale provvisorio che in realtà si chiamava “Canto degli italiani”. Il canto, che tutti chiamano “Fratelli d’Italia”, dall’aria orecchiabile e dai versi complessi, nacque a Genova nel settembre del 1847 alla vigilia dei moti insurrezionali dell’anno successivo. Solo nel 2017 Fratelli d’Italia divenne l’inno ufficiale italiano. Meglio tardi che mai! Il testo fu scritto dal giovane studente mazziniano Goffredo Mameli, che morì due anni dopo durante la difesa della Repubblica Romana. La musica la scrisse nel novembre 1847 il musicista e patriota Michele Novaro. Mazzini contestò l’Inno di Mameli accusandolo di essere “poco marziale” e con un testo troppo semplicistico. Mazzini chiese a Mameli di scriverne uno nuovo e a Verdi di musicarlo ma nemmeno la nuova opera lo convinse del tutto.