
di Gabriele Ottaviani
Fortuny, Paola Gianoli Caregnato, Giovane Holden. Mariano Fortuny y Madrazo, figlio d’arte, attaccatissimo all’indomita madre, Cecilia, flamenquera e amante dei gatti, artista poliedrico ed eclettico, nato a Granada un secolo e mezzo fa, ha vissuto tra Parigi, Roma e Venezia, crocevia cosmopolita fra ovest ed est, dove arrivò diciottenne e vi rimase, tanto significativamente che Proust lo soprannominò il Mago di Venezia, fino alla morte, nell’anno del Signore millenovecentoquarantanove. Si dedicò alla pittura, all’incisione, alla scenografia, alla scenotecnica e illuminotecnica, alle arti applicate. Con la devota moglie, Henriette Negrin, concepì inoltre iconiche creazioni di moda e fu circondato da un entourage per lo più al femminile, come le giovani sarte che cucirono gli abiti indossati persino da Eleonora Duse. Un romanzo insolito, affascinante, una flusso di coscienza polifonico brillante, suadente, policromo, poliedrico, riuscito.