Perché il 25 dicembre è Natale?

Perché in quel giorno si celebra la nascita Gesù Cristo, che domande! Risposta esatta, ma solo in parte.
La festa cristiana affonda infatti le proprie radici nel paganesimo, esattamente nel culto del Sole Invincibile: si tratta di una divinità latina che condivide molto con altre figure celesti orientali come Mitra ed Helios, le cui caratteristiche sono poi passate al Redentore. Celebra il Sole al solstizio d’inverno, quando finalmente la luce riconquista il giorno e le notti iniziano a farsi più brevi. Luce e buio, bene e male, salvezza e dannazione: tutto lo sfavillare delle decorazioni natalizie per sconfiggere le tenebre. Volete toccare con mano? Con apposti software potete calcolare quando cadeva il solstizio d’inverno di duemila anni fa… esattamente tra il 24 e il 25 dicembre.

Che cosa sono i segni zodiacali?

Si tratta delle costellazioni che si trovano sull’eclittica, cioè sul cammino apparente del Sole in cielo. Appartenere per esempio al Capricorno, significa che nel giorno in cui si è nati il Sole sorge nel punto dell’orizzonte dove, appena prima dell’alba, è visibile la costellazione del Capricorno, che poi scomparirà nella luce abbagliante dell’astro. In realtà, chi ai nostri giorni nasce tra dicembre e gennaio, nel giorno del proprio compleanno vedrebbe sorgere il Sole nel Sagittario: lo zodiaco come lo intendiamo oggi è stato infatti codificato circa 2000 anni fa e tale è rimasto, non tiene cioè conto della precessione degli equinozi, ovvero del movimento oscillatorio dell’asse terrestre che ‘ha spostato’ tutto il sistema delle costellazioni all’indietro.

La cometa della Natività è davvero esistita?

In realtà le Sacre Scritture non parlano di comete. Soltanto Matteo (II, 1-2) fa cenno a una stella che, sorgendo e innalzandosi fin sopra il luogo dove nacque Gesù, avrebbe indicato così la via ai Magi. C’è chi dice che la coda fu aggiunta a partire dal XII secolo, quando Giotto rimase affascinato dalla cometa di Halley e la dipinse nell’azzurro della cappella degli Scrovegni, proprio sopra il tetto della capanna. In seguito si è provato a identificarla con la stessa Halley, apparsa nel nostro emisfero nell’ottobre del 12 a.C., o con un’altra misteriosa cometa senza nome che le cronache cinesi menzionano intorno al 4 a.C. Ma in fin dei conti, poco importa se il cielo della notte del 24 dicembre anno zero fosse effettivamente più brillante del solito: nessuna delle statuette del vostro presepe si perderà nell’ostinazione di sterili calcoli, la luce che interessa loro si è già fatta uomo.

Perché facciamo il gesto delle corna?

Un segno così universale pare fosse già in voga nel Neolitico, quando potrebbe aver simboleggiato i crescenti lunari: ecco in una sola mano le due fasi della dea della fecondità, come a dire: “Io sono la Vita, a prova persino di morte!”. C’è poi chi dice che vada ricercato nella scappatella amorosa di Pasifae, la regina cretese sposa di Minosse che si concesse al toro mandato da Zeus. Ecco che, per ricordare al povero re di Creta la ’fedeltà’ della moglie, gli abitanti dell’isola inforcavano così il cielo non appena lo incontravano… Ma i suoi significati sono molteplici e possono andare al di là dello scongiuro o dell’infamia coniugale. Il gesto degli hippy aggiungerebbe il terzo dito per rimandare al linguaggio dei segni e dichiarare ’amore’; in Texas invece, i tifosi della squadra di football dei Longhorns incitano i propri beniamini con le due dita alzate e gridando: “Hook’em, Horns!” Incornateli, ragazzi!