Segnalazione “La Sax” di Galia Debette

A Firenze è scomparso un uomo. In una piazzetta nel centro, un paio di giorni dopo il suo ultimo contatto con la famiglia a Venezia, vengono ritrovati il suo zaino e il suo portafogli, nonché una scarpa, dettaglio che pare escludere una fuga intenzionale. Ma le tracce sono tutte qui.
La notizia attraversa una città scossa dalle proteste contro le misure diffusive di un nuovo virus chiamato Sax, che polarizzano grandi tensioni, tra libertà e angosce. Non passa inosservata: c’è chi quell’uomo lo ha visto, un attimo prima che svanisse, chi lo conosceva, anche se non lo ricorda, chi su di lui comincia a farsi delle domande.

A me ciò che colpisce è proprio quel giorno, capisci? Tu sei lì, con tutte le tue cose in testa, la tua vita, il lavoro, moglie o marito che aspetta, bambino che gioca, debiti e crediti, e bam! in una manciata di minuti tutto cambia. Quel giorno, e nessuno può raccontarlo.

Una sparizione sembra un enigma da affrontare con più oggettività possibile: quesiti, memorie, analisi, tutto viene filtrato dalla certezza. Eppure a questa certezza qualcosa sfugge. Qualcosa di ineffabile, che non si esaurisce in un pensiero ordinato. Qualcosa di profondo e terribile.
In un mistero simile si risvegliano verità ulteriori, che conducono chi resta a nuovi dubbi raggelanti. In un vuoto inspiegabile si sente una eco vertiginosa, che in maniera sottile incrina il concetto stesso di realtà. Un mosaico di identità, di relazioni, di sicurezze, può spogliarsi di colpo di ciò che lo ha ancorato al proprio significato. Balena allora l’intuizione della fragilità disgregante di un esistere mai del tutto comprensibile, esposto tanto alla forza inarginabile della casualità, quanto alle tempeste insondabili nello spirito degli uomini.
Romanzo imprevedibile, raffinato e sferzante, che appena sotto la pelle del giallo custodisce sfumature dense ed essenziali.

“Porta di Giada” di Alessandro dell’Aira: una scrittura preziosa, torrenziale, coltissima ed emozionante

a cura di septemliterary.altervista.org

La storia incredibile di Martino Martini, il missionario gesuita che per primo raccontò all’Europa gli splendori della Cina, rivive a distanza di secoli nei sogni molto speciali di un uomo moderno, che ripercorre il percorso in senso inverso. Narrazione e storiografia si intrecciano nella prosa appassionata di un romanzo accuratissimo.

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“Il cappello scarlatto” di Anna Paola Sanna: lasciatevi catturare dalla storia e dallo stile molto particolare dell’autrice

a cura di thrillerstoriciedintorni.it | Maria Marques

Mai più, mai più io ritornerò quello che ero prima. E non sapeva se essere contento per questo, o mettersi a piangere.

Questa è l’amara constatazione di Roland Duprey che, dopo aver ferito gravemente in un duello il suo migliore amico, è costretto a lasciare Parigi. Alla base del loro dissidio nessuna donna, solo diverse posizioni politiche che li vedono allontanarsi sempre più. Entrambi dapprima ferventi repubblicani, l’amico diverrà poi sostenitore di Napoleone III mentre Roland manterrà fede ai suoi ideali.

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“La levatrice” di Moira Berti: storia di una donna, di una famiglia e di un paese

a cura di storiadletturaquotidiana.altervista.org

Uno stile asciutto, asettico per certi versi, quasi chirurgico, è ciò che caratterizza a mio parere questo libro. Parto col parlare proprio dello stile perché è una cosa che mi ha colpito ma a volte devo dire anche disturbato durante la lettura di “La levatrice” che conta poco più di 130 pagine. 

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“Se è maschio si chiama Gino” di Jessica Franchi: un romanzo dallo stile narrativo fresco e spontaneo

a cura di labottegadeilibri.it | Stefania D.

“Se è maschio si chiama Gino” di Jessica Franchi, edito Giovane Holden, è un bellissimo romanzo, che ti coinvolge dalle prime pagine fino alla fine.
Uno stile narrativo moderno, giovane, accattivante e genuino quello dell’autrice.
La storia è un inno alla vita, è un libro solare che regala un gran bel messaggio.
Il lettore non fatica ad affezionarsi ai personaggi, che fuoriescono dalle pagine nitidi e realistici. Ben caratterizzati, ciascuno funzionale allo scopo per cui è stato creato, ben calato nella realtà.

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“Intrigo sull’Olimpo” di Sebastian Ruggiero: una delle più famose e appassionanti leggende legate alla creazione del mondo in chiave moderna

a cura di craltmagazine.it | Martina Pargoli

Intrigo sull’Olimpo” è l’esordio narrativo di Sebastian Ruggiero, uscito in libreria per la Giovane Holden Edizioni. Un romanzo autentico, sulla scia di molti altri successi che oggi, in libreria, reinterpretano i grandi miti e le origini del mondo. “Intrigo sull’Olimpo”, infatti, prende le mosse da una leggenda tanto nota quanto affascinante, quella del mito del ratto di Persefone, ovvero il rapimento dell’unica figlia di Demetra – dea della terra e del raccolto, il quale culto incontra maggiore diffusione soprattutto nei territori della Sicilia e di Eleusi, nell’Attica Occidentale.

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“Intrigo sull’Olimpo” di Sebastian Ruggiero: una lettura necessaria non solo finalizzata al divertimento, ma soprattutto alla riflessione

a cura di oltrelecolonne.it | Martina Pargoli

Da che gli uomini hanno cominciato a raccontarsi storie, la mitologia è certamente una delle forme previlegiate a cui si ricorre per mettere in comunicazione il passato con il presente. “Intrigo sull’Olimpo”, opera prima dell’autore sardo Sebastian Ruggiero, in libreria per Giovane Holden Edizioni, parte dagli stessi intenti: raccontare la contemporaneità reinterpretando la mitologia, a partire da una leggenda nota ai più: il rapimento della figlia di Demetra – dea del raccolto – per mano del più malvagio degli dei, Ade.

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“Il cobra fuma la pipa”: il grido di battaglia della F.E.B. nel romanzo di Marisa Piccioli

a cura di thrillerstoriciedintorni.it | Luigia Amico

La F.E.B., Força Expedicionária Brasileira (Forza di spedizione brasiliana) sbarcò a Napoli il 16 luglio 1944 guidata dal generale João Batista Mascarenhas. Arrivarono in Italia con l’intenzione di liberare il territorio dalla presenza infestante dei nazisti e operarono sull’Appennino tosco-emiliano per tutta la durata dell’inverno del 1944-45. Dette divisioni nacquero da una costola dell’esercito brasiliano ma erano prive di ogni forma basilare di addestramento ed equipaggiamento.

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