“Una dolce ostilità”: un romanzo sui sentimenti, sull’amore familiare

a cura di Marco Palagi

“Una dolce ostilità” di Marianne Kavanagh è un romanzo sui sentimenti, in particolare sull’amore familiare.
Eva e Kim sono due sorelle che vivono a Londra, abbandonate dai loro genitori mentre crescevano, con caratteri molto differenti l’una dall’altra affrontano a modo loro la vita.
Eva, la sorella minore, accetta chiunque incontri nella vita come un dono, Kim, la maggiore, rifiuta l’aiuto e prova risentimento per chiunque sembri privilegiato. Nella vita da adolescente di Eva arriva Harry e Kim sembra aver trovato quel “qualcuno” al quale destinare tutto il suo risentimento, soprattutto perché il ragazzo ha un lavoro molto remunerativo – e quindi è un privilegiato – e perché potrebbe portarle via la sorella. Harry sembra il ragazzo perfetto, ha tutto, un lavoro pagato benissimo nella City, un appartamento grande e moderno, una Porsche e in primis l’amore e il rispetto di Eva. Harry nel corso degli anni ci sarà sempre per lei, nei momenti felici e spensierati e in quelli più tristi, duri e pieni di ostacoli e Kim deve necessariamente accettare – seppur di malavoglia – quella presenza ingombrante, soprattutto quando Eva rimane incinta e, successivamente, si ammala. L’aiuto finanziario di Harry sarà determinante per la vita dell’adorata sorella di Kim, la quale nel frattempo cerca di far funzionare una relazione con Jake a dir poco disfunzionale.
“Una dolce ostilità” è, come detto, un romanzo sui sentimenti nel senso più ampio del termine, l’amore di due sorelle, l’affetto per un caro amico (Harry), l’amore per il lavoro, i figli, l’amore per se stessi.
Sebbene il romanzo fatichi a catturare il lettore nella prima parte, essendo un po’ prolisso e farraginoso, acquista ritmo dalla metà in poi e stimola una curiosità tale da invogliare il lettore a scoprire l’evolversi delle vicende, a cercare di capire perché Kim è così risentita verso Harry, a ipotizzare se tra Eva e il ragazzo c’è o ci sarà mai una relazione sentimentale… insomma, gli interrogativi sono molti.
Forse l’autrice avrebbe potuto fare qualche taglio qua e la, dare una direzione più precisa alla narrazione. I personaggi sono ben caratterizzati, anche se a volte non si fanno piacere molto, i dialoghi ben costruiti, la Kavanagh sorprende ma non per la qualità della sua narrazione che è costante nei suoi libri.
Ottimo finale, vi sorprenderà. 

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