Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni. Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo. L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.
La storia è molto carina, e racconta la vita di Rabdos, un folletto, che come tutti i suoi simili, abita nella Tera di Onar, in una bolla dimensionale magica, situata nello spazio tra la Terra e la luna. I folletti sono creature buone e simpatiche, e in ogni periodo tre di loro vengono incaricati per diventare i Guardiani dei Sogni dei bambini terrestri, difendendoli dai brutti sogni creati dal loro temuto nemico. Il romanzo narra appunto l’addestramento di Rabdos a Guardiano dei sogni, ma siete sicuri che verrà scelto? E se succedesse qualcosa di pericoloso? Non siete curiosi di scoprire questa magica storia?
Vitamina L raccoglie i contenuti degli Autori della casa editrice Giovane Holden Edizioni. Ogni lunedì alle ore 18 intervista a un Autore per parlare del suo libro e non solo. L’Autore risponde, inoltre, anche a 5 domande tratte dal Questionario di Proust.
Travolgente. Questo è l’aggettivo che ritengo più calzante. Un libro ricco di mistero, il lettore non riesce pienamente a capire, se non in dirittura d’arrivo, cosa si cela dietro a tutte queste vicende e scoperte sconvolgenti. Un storia completamente ignota si rivela improvvisamente nel piccolo villaggio di Auen, sconvolgendo gli equilibri dei compaesani, ma soprattutto dell’investigatore Fritz. Mi sono spesso immedesimata nell’anziano protagonista e la cosa mi ha sia affascinata che turbata, ma allo stesso tempo divertita.
dalla redazione di I Libri di Mompracen – A cura di Sandra Cervone
Quasi una Missa pro defunctis in 34 canti e due appendici la prima raccolta di versi di Alessandro Izzi, pubblicata da Giovane Holden ed intitolata Requiem dal buio e dal frastuono. Un’opera delicata e complessa al tempo stesso che cattura e induce a riflettere. Non una tradizionale “preghiera per i morti”, bensì una silloge che parla ai vivi della vita, che parte cioè da un lutto ma per indicare un percorso di risalita, di ritorno alla luce. Sicuramente una celebrazione laica che si nutre di speranza, di umanità, di solidarietà e condivisione del soffrire. L’Amen, infatti, non diventa il modo consueto di chiudere un cerchio, ma apre a nuove ed infinite possibilità.
È in libreria dal 31 ottobre ma già a giugno si era fregiato del premio nazionale “Bukowski”. Già quello fu un record. Ma Simone Pangia, per quindici anni apprezzato e scrupoloso collega, è abituato a queste imprese letterarie. La sua ultima fatica, “Il vizio delle cose pure”, attende ora i dovuti riscontri del grande pubblico che sicuramente non tarderanno ad arrivare per consolidare anche l’ottimo rapporto che il 43enne funzionario del comune di Formia e responsabili dei servizi sociali e delle biblioteche comunali ha instaurato da tempo con una casa editrice, “Giovane Holden”, che storicamente è una fucina di giovani talenti. E Simone è uno dei questi, già da quando, coltivando la sua grande passione che è sempre stata la scrittura, nel 2008 pubblicò per Manni editore il romanzo breve “La Salita”.
Ossessione. Finché non l’ho finito, e lo ammetto anche dopo, ho continuato a pensare a questa storia. A queste storie. Alle vite distrutte, alla vittima che rimane in sordina, all’insensatezza, al male. Ho pensato anche a come deve essersi sentita Clara, completamente in balia delle sue visioni. È una storia che ha del surreale, ma nemmeno del tutto. Sono rimasta incollata alle pagine per due giorni, non vedevo l’ora di sapere il finale e di conseguenza il significato di tutto.