Le bugie hanno le gambe corte

Povero Pinocchio! Povero burattino: è l’esempio negativo per tutti i bambini che devono imparare a essere sinceri e ’Sindrome di Pinocchio’ è definita la ’malattia’ che porta anche gli adulti a incatenarsi a una vita così piena di bugie da rendere impossibile la sincerità. Eppure Pinocchio dice poche, pochissime bugie. E solo in due casi il naso gli si allunga. Pinocchio non è, dunque, un bugiardo matricolato; è piuttosto un ragazzino che compie tutte le marachelle prevedibili: disobbedisce, non studia, segue le cattive compagnie e dice anche le bugie. In realtà è molto più grave la colpa di tradire la fiducia di Geppetto, ma non è questo che spaventa le mamme e i papà propensi piuttosto a raccomandare: “Non dire le bugie che ti si allunga il naso come a Pinocchio!” Le bugie, insomma, non vanno dette per evitare la vergogna di essere scoperti. Un’impostazione educativa scorretta che ha portato più di un critico a osservare che ai bambini si proibisce la bugia proprio attraverso una minaccia bugiarda: qualcuno ha mai visto un naso crescere per un motivo che non sia un banale raffreddore?

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Qual è stata la partita più lunga nella storia del calcio?

Con ben 158 minuti di gioco si aggiudica il record il match Torino-Legnano disputato nella stagione 1920-1921. All’epoca infatti il regolamento non prevedeva un limite ai tempi supplementari: finché una delle due squadre non avesse fatto gol il gioco sarebbe proseguito a oltranza. Fu così che il Torino e il Legnano, impegnate in uno spareggio del girone di semifinale interregionale per l’ammissione al campionato nazionale, finiti i tempi regolamentari con un imparziale 1-1, proseguirono per due tempi supplementari di 30 minuti ciascuno e per altri 8 minuti del successivo. Non riuscendo a segnare e preda della stanchezza, entrambe decisero di sospendere il match rinunciando anche a un’ulteriore partita da disputare in futuro… e auto-eliminandosi dal girone!

Perché gli juventini sono detti ‘gobbi’?

C’è chi dice che abbia a che fare con l’appellativo ’Vecchia signora’: la squadra bianconera avrebbe la schiena curva come le persone anziane, appesantita dagli anni… e dalle vittorie. Proprio le numerose vittorie, agli occhi degli avversari, la accuserebbero di godere di una fortuna davvero sfacciata… e si sa, il gobbo è per tradizione un auspicio di buona sorte. La spiegazione più razionale tira invece in ballo una maglietta indossata dai giocatori della Juve negli anni Cinquanta: dotata di una generosa scollatura a V, durante la corsa faceva entrare molta aria che defluiva sul retro andando a rigonfiare le spalle e generando una piccola gobba, in barba all’aerodinamica.

Una scrittura senza fronzoli attraverso l’Italia

di Patrizia Argenziano

“Una scrittura chiara, precisa e senza fronzoli accompagna il lettore in un viaggio attraverso l’Italia e l’animo umano. È il viaggio che nessuno si aspetta, nemmeno Jacopo il protagonista, è il viaggio che capita come un fulmine a ciel sereno, che arriva quasi come un dono, un’offerta, una seconda possibilità, è il viaggio della speranza, della riconciliazione con se stessi e con il mondo, è il Viaggio, per eccellenza. Eppure, per Jacopo, in un primo momento, è semplicemente “la fuga” alla disperata ricerca di quell’elemento che, portato alla luce, lo può incriminare. Con il trascorrere delle ore diventa il viaggio che segna inesorabilmente il suo destino, che determina le sue scelte, le sue risposte, persino le più banali. È il viaggio attraverso i luoghi ma soprattutto il viaggio che attraversa gli uomini fino al loro essere più profondo.”

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