“The White Album”: Joan Didion indaga e scruta nei meandri più nascosti della cultura, degli idoli, della vita di tutti i giorni

a cura di Marco Palagi

Aspettavo di leggere questo libro da tempo, dopo averlo letto in versione originale qualche anno fa, perché appassionato e curioso di (ri)leggere della California e di quell’America degli anni ’60 e ’70 che tanto amo e dalla quale provengono alcuni dei più grandi narratori del ventesimo secolo.
Il Saggiatore finalmente fa uscire la versione italiana di questo reportage giornalistico della celebre Joan Didion, la quale indaga e scruta nei meandri più nascosti della cultura, degli idoli, della vita di tutti i giorni di un’America nel pieno di grandi cambiamenti. Si parla di pittura, grazie a Georgia O’Keeffe, di politica e di organizzazioni criminali afroamericane, come quella delle Black Panther, Le Pantere Nere, di acqua, dove va l’acqua del suo rubinetto, quanta acqua la diga di Hoover e gli acquedotti Californiani riescono a movimentare ogni giorno per accogliere le richieste della massa… È un bel viaggio, quello della Didion, lungo le strade americane alla ricerca di quelle verità che l’autrice ha rincorso per tutta la vita, fin da quando da bambina si faceva la strada a piedi verso la scuola per ammirare, affascinata, le serre di fiori desiderando ardentemente di entrare dentro una di esse. Si parla di centri commerciali, di tournee letterarie e di “Giorni sereni a Malibu” o alle Hawaii.
“The White Album”, nella sua versione originale, è stato pubblicato nel 1979 e la maggior parte del materiale presente all’interno del libro appartiene agli anni ’70, ma nonostante ciò troviamo ottimi pezzi dell’ultima parte, importante, degli anni ’60, come quello nel quale parla di bike movies oppure dei terribili mal di testa che la affliggono dall’età di otto anni.
Lo stile di Didion è molto forte in questo volume, ricco di profonde e dettagliate osservazioni, scritto con cura, personale senza essere confessionale, ma nello stesso tempo professionale. In molti non digeriscono i saggi della Didion, ma questo libro permetterebbe ai più scettivi e ostili, verso la sua scrittura, a ricredersi e affidarsi alle coste Californiane.

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