“Celeste, la bella”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

Quando il vento finalmente cessò, l’estate tornò prepotente a tormentare gli abitanti di Pisticci…

Celeste, la bella, Francesca Maffei, Giovane Holden. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, in un’Italia unita da poco e in un meridione flagellato dal brigantaggio, che incarnava però le rivendicazioni di chi si sentiva passato da un padrone all’altro, inascoltato e incompreso, soggiogato e vessato da un grappolo di norme applicate senza preoccuparsi delle specificità di un territorio storicamente munto come la più produttiva delle mucche da latte, Francesco torna nel paese natio, abbandonato da tempo, laddove avrebbe dovuto seguire le orme del padre e dello zio, entrambi speziali, gestendo l’esercizio di famiglia, perché non può fare altrimenti, in quanto il genitore, con cui è in conflitto, ma ha l’onestà di ammettere anche le proprie colpe, sta morendo. Nelle mani del padre vede però una miniatura, che lo riporta a un…

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