“Modelle per Egon Schiele”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

La pornografia è solo nella testa di chi la vede…

Modelle per Egon Schiele, Gaetano Cinque, Giovane Holden. Wally, Edith, Gerti, e le tante donne senza nome e senza voce, ai margini dell’esistenza e della società, che Schiele, con la sua arte rivoluzionaria, ha reso immortali, incarnando lo Zeitgeist in un’epoca fragile, di mutamenti, mentre lo stato liberale, fragile ed effimero, sente già le sue radici tarlate dal vulnus del nazionalismo: lo Schiele di Cinque assurge al livello di eroe letterario tout court, e con prosa articolata e raffinata la dimensione biografica valica il confine del mero dato esistenziale per farsi ritratto intimo e simbolico.

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“Chiocciole e rapimenti”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

C’è qualche brutta notizia?

Chiocciole e rapimenti, Rolando Guerriero, Giovane Holden. Il passato spesso si tinge dei colori della malinconia, del ricordo di quel che poteva essere e forse non è stato, della nostalgia per un’innocenza smarrita che permetteva di stupirsi e lasciarsi andare dinnanzi alla bellezza con più speranze, meno aspettative e nessuna sovrastruttura, in una dimensione più umana, fatta di rapporti, contatti, sentimenti: nei quattro racconti che compongono questa antologia Guerriero dà vita a una commedia umana intensa, delicata, credibile e appassionante, caratterizzando nel dettaglio ambienti, personaggi, situazioni ed emozioni. Da leggere.

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“Porto un nome pagano”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

Sono vuota, rotta e in disordine…

Porto un nome pagano, Venusia Marconi, Giovane Holden. Suggestiva sin dalla copertina, l’opera di Venusia Marconi è una silloge ben strutturata e dalla solida impostazione narrativa che indaga la consunzione di un amore e la necessaria rinascita che ne segue attraverso versi finemente smerigliati che esaltano tutta la potenza dei sentimenti e della resilienza dell’animo umano, che si struttura e dispiega attraverso una forza che sovente non si sa nemmeno di avere. Da leggere.

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“Celeste, la bella”

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di Gabriele Ottaviani

Quando il vento finalmente cessò, l’estate tornò prepotente a tormentare gli abitanti di Pisticci…

Celeste, la bella, Francesca Maffei, Giovane Holden. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, in un’Italia unita da poco e in un meridione flagellato dal brigantaggio, che incarnava però le rivendicazioni di chi si sentiva passato da un padrone all’altro, inascoltato e incompreso, soggiogato e vessato da un grappolo di norme applicate senza preoccuparsi delle specificità di un territorio storicamente munto come la più produttiva delle mucche da latte, Francesco torna nel paese natio, abbandonato da tempo, laddove avrebbe dovuto seguire le orme del padre e dello zio, entrambi speziali, gestendo l’esercizio di famiglia, perché non può fare altrimenti, in quanto il genitore, con cui è in conflitto, ma ha l’onestà di ammettere anche le proprie colpe, sta morendo. Nelle mani del padre vede però una miniatura, che lo riporta a un…

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“Croce e testa”

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di Gabriele Ottaviani

È taciturno, non so cosa pensa…

Croce e testa, Michele Visconti, Giovane Holden. Paolo è il figlio perfetto, il fratello perfetto, è un uomo serio, solido, affidabile, ha una vita regolare, un buon lavoro, una famiglia. D’un tratto però scompare. Viene da pensare che si tratti di un allontanamento volontario, ma non c’è un tassello che combaci alla perfezione, dissipando del tutto i dubbi. Così, a indagare, è in primo luogo Roberto, il fratello di Paolo, quello dall’esistenza vacua e superficiale, tornato a vivere dai suoi e dedito più che altro agli incontri occasionali. Si sa, però, che nulla è più profondo della superficie, e… Intrigante e magnetico.

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“La danza dei cavi”

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di Gabriele Ottaviani

Vissi una settimana a Napoli tra vari sentimenti contrastanti

La danza dei cavi, Domenico Iasiello, Giovane Holden. Ceci n’est pas une voiture, ceci c’est un moi de vivre: il celebre e tradizionale slogan di una delle autovetture più iconiche che vi siano, la Citroën 2CV, si adatta bene, cambiando quel che dev’essere cambiato, anche alla moto, elemento centrale della narrazione di questo viaggio che vede coinvolto Federico, giovane operatore sociale che di fatto, anche se non lo ammette del tutto, fugge dal dolore per essere stato lasciato dalla ragazza che ha amato e si dedica ad attraversare l’Europa in cerca del suo posto, quello che gli permetta di rimettersi al centro della propria vita, e di ricollocare nel giusto ordine le priorità, mentre, osservando le geometrie che i cavi elettrici disegnano nel cielo, si ritrova a riflettere sulle parabole che la vita compie. Da…

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“Il vizio delle cose pure”

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di Gabriele Ottaviani

Non c’erano cose per cui lottare…

Il vizio delle cose pure, Simone Pangia, Giovane Holden. Splendido sin dalla copertina, il romanzo di Simone Pangia, lirico, potente, elegante, raffinato, suadente, intrigante e magnetico, torbidamente aggraziato, ricco di livelli di lettura e di chiavi di interpretazione, finanche meta letterari, racconta la storia di Ferdinand, un pediatra in pensione che vive in una signorile magione che si affaccia sul golfo di Napoli e che torna indietro con la memoria fino a indagare i più oscuri e sottovalutati meandri del suo passato alla ricerca di una spiegazione per la scomparsa del tormentato gemello, Louis, svanito nel nulla da un quarto di secolo in circostanze più che misteriose. Ma a chi racconta questa storia? E che cosa rappresenta davvero il manoscritto ritrovato per caso, vergato di proprio pugno da Louis, Il vizio delle cose pure, un romanzo il cui…

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“In punta di piedi d’estate”

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di Gabriele Ottaviani

Da alcuni giorni un pensiero mi angustiava…

In punta di piedi d’estate, Emilia Giorgetti, Giovane Holden. La villa in campagna di Elena è il posto delle fragole dell’amica Gemma, che dopo sei anni decide di tornarci a trascorrere le vacanze estive. Nel frattempo però è cambiato tutto: la grande guerra ha ammazzato milioni di persone, la spagnola ha aggiunto dolore a dolore, le tensioni sociali sono ribollenti, all’orizzonte si vedono addensarsi minacciose nubi. Eppure la villa appare quasi un’oasi: tutto è quieto, e la lunga estate calda sembra dilatarsi fino a perdere i confini. All’apparente calma esterna però non corrisponde un’eguale tranquillità negli animi dei protagonisti, che sono agitati da numerose emozioni, e mentre il tempo scorre si dipana anche la trama, non priva d’ironia, di una commedia umana raffinata e ben caratterizzata anche nella sua contestualizzazione storica.

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