di Marco Palagi
Un libro fantastico. Vero, triste, divertente, a volte terrificante. Un ritratto della vita di un tassista di mezza età – romanziere fallito – che traghetta come un moderno Caronte nel suo taxi anime più o meno selvagge, spezzate, figlie delle storie tanto amate di Bukowski e Vonnegut. In mezzo a un flusso di personaggi oltremodo sconcertanti, Lou Bishoff in un solo giorno va da una parte all’altra del Mississippi con la sua Lincoln scassata, con deodoranti a forma di Shakespeare, disquisendo su Ufo, tossicodipendenza, mollando clienti in un Motel scalcinato, litigando, imprecando nel traffico, rimettendosi agli ordini del suo capo che lo obbliga, forse, ad essere complice degli altri ma anche di un paese in difficoltà e succube di Uber. Gli alcolisti, i pazienti trapiantati, una “fidanzata letargica”, le vecchie signore e i drogati sono un grande quadro della vita che, dal sedile posteriore di una Town Car, entrano con irruenza nella nostra esistenza, ci fanno sentire meno in colpa per la rabbia quotidiana che riversiamo spesso sugli altri e ci mostrano il buono e il cattivo dell’oggi.
Se abitassi dalle parti di Lou mi farei scorrazzare in giro, sul sedile anteriore, per essere complice e testimone, con lui, della nefandezza umana. Imprecando contro gli automobilisti, ovviamente! Ma con umorismo e onestà, come fa Lee Durkee in questo divertente e originale libro.
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