a cura dello scrittore Gaetano Cinque
Possono brevi racconti tenuti insieme da un’intuizione lirica diventare romanzo, intendendo per romanzo la rappresentazione dell’universo umano attraverso singole individualità?
Sì, ed è quello che capita al bel libro di Carla Rosco, poetessa e giornalista, dal suggestivo titolo L’amore nonviolento.
Con una scrittura delicata, evanescente, morbida e a tratti sensuale, la scrittrice ci rappresenta l’universo della coppia alle prese con i temi più intricati e intriganti della relazione amorosa.
Sogni, aspettative, condizionamenti, educazioni giocano, come una miscela pronta a esplodere, negli aspetti più quotidiani di una vita che si prospetta, per tempi lunghi (o brevi), desiderata o negata.
Ora è brontolo, ora sono i fiori senza spine, ora è il colore della primavera o il giallo ocra, ora una conchiglia, ora una favola bella, ora un ciclone di menzogne, e così via, seguendo i titoli dei venti racconti, e la variegata dimensione relazionale della coppia emerge in tutta la sua realtà, che però è sempre sfumata, accennata, intravista.
Perché l’amore nonviolento è insito proprio in questa drammaticità non gridata, non sconquassata, e presenta sempre una luce, una possibilità di fuga in avanti, mentre il vero nemico è nella violenza fatta di rotture, ferite, colpi a tradimento che non danno respiro e non lasciano spazio a recuperi di dignità e salvezza. Ed è questa la violenza dell’uomo civilizzato, che i racconti finali analizzano antropologicamente in maniera documentata.
E così alla fine non tutto appare scontato: il conflitto maschio femmina non è un dato definitivo, l’amore è una conquista dell’animo di ciascuno e il verbo della vita è coniugare la solidarietà con la speranza.
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