“Sotto la città e altre storie” di Stefano Frigieri: una raccolta di racconti frizzante e ben curata nei dettagli

a cura della redazione di scrittorindipendenti.com

Sotto la città e altre storie è un’antologia di racconti di Stefano Frigieri. 
Recensirlo devo dire che è stato gradevole, anche perché a dire la verità, amo il genere horror – si intende – se è scritto bene. Ma ora veniamo a noi e parliamo dei dieci racconti, uno completamente diverso dall’altro.
La prima cosa che mi è saltata agli occhi, nonché alla mente, è stata la fluidità della scrittura. Mi sembra giusto specificare, che lo stile semplice e realistico mi ha introdotto d’amblée a ogni racconto, ai periodi ben ordinati e soprattutto ben delineati in ogni loro parte, senza errori, senza perifrasi inutili che avrebbero potuto appesantirne la scorrevolezza.
L’autore si è rivelato molto accorto nella ricerca dei periodi storici, non commettendo incongruenze, che molto spesso troviamo negli sbalzi temporali o i cosiddetti Flashback di cui sono amante. 
Ho apprezzato la serietà con la quale l’autore racconta con competenza adeguata, ma senza strafare per dimostrare al lettore: “Vedi quanto sono bravo?”. Un’umiltà che ammiro molto negli autori. 

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“La via della femmina morta”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

Rimase così, in quella posizione, prostrato d’innanzi alla sacra immagine, pregando per lungo tempo sperando e confidando in una benevola decisione nei suoi confronti e nei confronti della sua amata, ma non fu così.

La via della femmina morta, Paolo Celin, Giovane Holden. Che la nostra cultura sia gravida di retaggi fondamentalmente patriarcali è un dato di fatto purtroppo, così come quello che determina l’assenza di una reale parità di genere a tutti i livelli: nella nostra società anche la toponomastica è una disciplina che parla per lo più al maschile, sono decisamente pochi nomi di donne anche eccellenti che vengono celebrati a imperitura memoria attraverso le targhe delle vie, delle strade, delle piazze, dei corsi, delle calli delle nostre città. Di fondamentale importanza è anche ricordare tutte le vittime di quell’orrore quotidiano che è la violenza sulle donne in quanto tali, solo perché donne:…

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“Viandante comunque straniero”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

Ho scelto un terreno fertile e in fiore per seppellire grato i nomi da me scolpiti…

Viandante comunque straniero, Pierluigi Gronchi, Giovane Holden. Il percorso dell’esistenza è una strada impervia, spesso piena di ostacoli, difficile a percorrersi, in cui ci si può imbattere in ogni genere di imprevisto e si può fare ogni tipo di incontro: il poeta, con la sua sensibilità, rischia di trovarsi sempre fuori posto, di sentirsi inadeguato al contesto, di rispecchiarsi in una realtà in cui non si riconosce, che non gli corrisponde. L’intensa silloge poetica di Gronchi racconta con raffinata maestria questo senso di alterità aprendo anche alla dimensione dei ricordi e definendo in modo mirabile e avvincente, in cui ognuno può riconoscersi, il vivido affresco della personalità poetica dell’autore e della fragile condizione umana. Da non perdere.

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“Il pozzo degli assassini”

Convenzionali

di Gabriele Ottaviani

La verità si stava svelando poco a poco.

Il pozzo degli assassini, Alberta Pungetti, Giovane Holden. Ricco di riferimenti, classico e solido nell’impianto ma comunque assai originale, brillante, avvincente, convincente e coinvolgente, il romanzo narra del ritrovamento di una giovane donna orribilmente ferita: le indagini sul caso di questa sconosciuta priva di documenti che, operata d’urgenza, giace in coma, prendono le mosse, poiché priva delle abituali ferite da difesa, dalla cerchia delle persone a lei più vicine, che ne tratteggiano però un ritratto che ha ben poco a che fare con l’identikit di una vittima. Tutti, dunque, potrebbero avere almeno un movente, e alla bellezza raffinata della Costa Azzurra fa da contraltare il torbido gomitolo di ossessioni che connotano le anime umane: intenso.

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